lunedì 23 giugno 2008

MIGRANTI A BORGO MEZZANONE: FRA LATITANZE DI STATO E SOLIDARIETA' DAL BASSO. IL PUNTO DURANTE LA GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO.



In tempi bui, in cui il rispetto dei diritti umani è violato in nome della sicurezza, in cui gli impegni di solidarietà internazionale vengono stralciati in nome di urgenti misure restrittive a livello europeo , mentre i media strumentalizzano il fenomeno e alimentano sentimenti xenofobi e odio razziale , la giornata mondiale del rifugiato , il 20 giugno scorso, è diventata un'occasione per fare luce e chiarezza su una delle questioni più spinose e controverse degli ultimi 10 anni. Si dimentica il più delle volte che coloro che bussano alle porte del fortino-Europa sono persone che scappano perchè non hanno scelta, fuggono da guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani e che nei loro confronti gli stati europei, fra cui l'Italia, hanno degli obblighi sottoscritti (v. trattato di Ginevra). In Italia sono circa 28 mila i richiedenti lo status di rifugiato. Anche la Capitanata è meta di centinaia di rifugiati e anche qui, in occasione della Giornata Mondiale, ha avuto luogo una serie di incontri, tra cui una tavola rotonda presso la chiesa di S. Maria del grano a Borgo Mezzanone . Qui, a 13 km da foggia sono circa 300 i trattenuti nel discusso centro di prima identificazione di Borgo Mezzanone. Ma non tutti in attesa di asilo.
Questo è uno dei 3 centri in Italia che hanno,sulla carta, finalità completamente diverse dai CPT e sono stati introdotti dalla legge Bossi-Fini per accogliere e identificare gli stranieri che arrivano in Italia in fuga da guerre e persecuzioni e che vogliono presentare domanda di asilo nel nostro Paese. In realtà qui viene raccolto anche "l'esubero umano" dei veri e propri cpt (di Lampedusa e Lecce in primis), nonostante non abbia le strutture e le "misure di sicurezza" necessarie per svolgere questi compiti. La differenza fra CPT (centro permanenza temporanea ,nda) e CPA (centro prima accoglienza) è assai sottile , nonchè molto vaga per legge.
Alcuni episodi confermano l'equivalenza e le terribili condizioni di vita per i migranti:
a fine maggio 2004 la prefettura di Foggia negò l'accesso al campo a una delegazione di Medici Senza Frontiere, in nome di un articolo ( articolo 21, comma 7 del DPR 394/99) che riguarda la normativa relativa ai CPT.
Nel 2003 venne sollevato dall'incarico un ispettore di polizia , Michele Pellegrino, ufficialmente per la responsabilità della fuga di 13 cingalesi ( in realtà allontanatisi prima dell'inizio del suo turno), che aveva denunciato il trattamento disumano degli stranieri nel centro che lui stesso definisce un lager, in cui mancavano anche le più essenziali cure mediche. Lui, responsabile della sicurezza, contestò l'ordine di contare gli immigrati ogni sei ore , che costringeva a svegliarli anche nel cuore della notte, e in una intervista ricorda che una volta i servizi sociali segnalarono che gli ospiti del CPA erano stati numerati con delle scritte sul braccio fatte con il pennarello !!!
Il 31 agosto del 1999 un mezzo delle forze dell’ordine investì , all’interno del centro d’accoglienza, due adulti e un minore. Un uomo venne ucciso. La Croce Rossa – che gestisce il centro – negò la veridicità della notizia, dicendo che c'era stato solo un ferito. La Silp-Cgil (sindacato di polizia) confermò che il morto ci fu e si chiamava Kamber Dourmishi, nato a Pristina nel 1960. Bastava andarsi a leggere il referto n°1220. La notizia è datata ma significativa dello stato di diritto in questo contesto.
Si tratta di lager moderni in un paese che si dice civile e avanzato, nessuno sembra saperne un granchè, anche perchè l'accesso è ristrettissimo e le notizie filtrate.
Quello, però, su cui latita e manca di responsabilità lo Stato, diventa una prova della solidarietà dal basso, quella invisibile e anonima partecipazione umana e morale , che parla attraverso impegni diretti , anzichè chiacchiere .
Con la massiccia presenza dei diretti interessati (una ragazza nigeriana ha anche ricordato la sua esperienza, la guerra, le violenze e infine il suo "viaggio della speranza") , la tavola rotonda è stata un momento di incontro e socializzazione "interetnica" (è seguita anche una cena sociale a base dei piatti tipici dei paesi di provenienza) ma anche la circostanza adatta a render noti i risultati delle varie iniziative e per fare il punto della situazione.

* Dal 2004 è attiva la "Casa Speranza", che con il finanziamento del comune di Foggia e di anonimi donatori, è una struttura-dormitorio in un podere affittato, che ospita , a rotazione, 14 migranti, che ottenuto lo status di rifugiato, hanno bisogno di "una sponda solidale" per cominciare a costruire la loro vita in Italia.
* Uno sportello interculturale che offre gratuitamente orientamento e informazioni legali ma anche assistenza medica e psicologica (spesso si tratta di superare traumi passati enormi) .

* Campi estivi per giovani motivati per organizzare animazione estiva per tutti .

E' solo uno scorcio della rete solidale nella nostra provincia, invisibile a molti italiani , che, attraverso l'impegno disinteressato di molti, sopravvive in un contesto giuridico ostile e in un contesto sociale difficile, quello delle campagne del foggiano, in cui i migranti sono solo "carne da macello", schiavi moderni senza l'ombra di un diritto.

LAWEDRA

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