mercoledì 30 dicembre 2009

HERPES - Il lato malsano di foggia: InnoVabilia, il festival tra solidarietà e progresso

HERPES - Il lato malsano di foggia: InnoVabilia, il festival tra solidarietà e progresso
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InnoVabilia, il festival tra solidarietà e progresso

Dal 5 al 7 dicembre si è tenuto “InnovAbilia”, il primo festival in Italia sulle innovazioni per le diverse abilità. Il felice primato spetta a Foggia, la cui fiera si è riempita di progetti, tecniche e tecnologie che, si spera, potranno migliorare la vita dei portatori di handicap. L’iniziativa è stata patrocinata dalla Regione Puglia grazie all’importante sostegno dell’assessore alla solidarietà Elena Gentile.

L’inaugurazione è toccata al Presidente Vendola, che ha approfittato dell’occasione per annunciare un nuovo distretto produttivo delle innovazioni per la qualità della vita in Puglia. «Il vero handicap – ha dichiarato Vendola - è nell’organizzazione sociale, urbana e dei trasporti nelle nostre città».

Interessanti le proposte delle associazioni che si sono avvicendate nella tre giorni di seminari. La cooperativa ostunese “Ostuni a ruota libera” ha già raggiunto diversi obiettivi nel proprio centro urbano: tra questi, la creazione di un “parco mezzi” per disabili provvisto delle innovative “hand bikes” (le “biciclette pedelate con le mani”). La particolarità è che gli 8 fondatori sono tutti disabili, o meglio abili in modo diverso, e forse migliore.

Lo sguardo di “Ostuni a ruota libera” va in direzione di tutti i soggetti socialmente svantaggiati, nessuno escluso, puntando anche sull’inserimento lavorativo di persone sanissime eppure disoccupate.

Una magistrale lezione di civiltà, quella del gruppo dei portatori di handicap ostunesi che insieme ad altre associazioni di e per disabili rappresentano per la collettività, più che un “peso”, una ricchezza, in tutti i sensi. Come quella che ha creato “Elpendù”, altro gruppo seminarista a “InnoVabilia”. Con sede a Mola di Bari, Elpendù è composto da 22 cooperative sociali presenti in tutta la Puglia che danno lavoro a 2000 persone. Un bel modello di imprenditoria dal volto umano.

Nel progetto “Traveller needs”, patrocinato da Elpendù, si è parlato di turismo “inclusivo” e “destagionalizzato”. Per andare incontro ai moltissimi disabili che esprimono il desiderio di poter viaggiare in qualsiasi periodo dell’anno, “Traveller needs” ha lanciato una rete di sostenibilità per il mondo della diversa abilità, su tutta la dorsale adriatica. Il proponimento è quello di informare in tempo reale i diversamente abili (attraverso la tecnologia smart-phone o semplici sms) sui luoghi attrezzati per le specifiche necessità di ognuno, con la possibilità di pianificare un’initinerario di viaggio ideale sul sito www.elpendù.it.

Grazie a “Traveller needs”, ha spiegato Vito Serrapierro, responsabile del progetto, anche il “celiaco” (che lontano da casa potrebbe essere costretto al digiuno) avrà vita più facile. Ricerca e tecnologia hanno fatto quadrato intorno ai disabili, a InnoVabilia.

Più di 60 enti, in “stands” e “workshop”, hanno esposto tutte le novità (dalle carrozzelle dotate di elevatori alle nuove e più agevoli toilettes) illustrandone i meccanismi. A conclusione delle singole giornate fieristiche i concerti di Max Gazzè, Fiorella Mannoia, e Ladri di carrozzelle. Quest’ultimo, trentennale gruppo pop-rock italiano che schiera in formazione alcuni disabili, ha proposto un originale spettacolo in cui alla musica sono stati affiancati messaggi di sensibilizzazione a temi ambientali e sociali. Significativo l’appello di Fiorella Mannoia che, a fine concerto, insieme all’assessore Gentile, ha voluto ringraziare tutte le associazioni e i volontari Onlus che ogni giorno permettono ai diversamente abili di sperare, magari, nel sogno di una loro, esposto in un padiglione della fiera: “Quanto vorrei a volte/ poter essere un gabbiano/ volare sopra il cielo/ senza essere riconosciuta”.


10/12/2009 Faber

domenica 25 gennaio 2009

nuove discariche in provincia di foggia

LUCERA (FG): OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA; SEQUESTRATA UN’AREA DI 7.000 MQ. ADIBITA A DISCARICA ABUSIVA; UNA PERSONA E’ STATA DENUNZIATA ALL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA
MILITARI DELLA TENENZA DELLA GUARDIA DI FINANZA DI LUCERA (FG), ALL’ESITO DI SPECIFICI CONTROLLI – CONDOTTI CON L’AUSILIO DI ELICOTTERI DELLA SEZIONE AEREA DELLA GUARDI DI FINANZA DI BARI – HANNO SOTTOPOSTO A SEQUESTRO UN’AREA DI CIRCA 7000 MQ. UTILIZZATA COME DISCARICA ABUSIVA, SULLA QUALE ERANO STATI STOCCATI RIFIUTI SPECIALI.


FOGGIA, 18 GENNAIO 2009

mercoledì 15 ottobre 2008

TEPPISTI AGGREDISCONO UNIVERSITARI A FOGGIA

(AGI) - Foggia, 14 ott. - Cinque studenti universitari, tre israeliani e due foggiani, sono stati aggrediti da una quindicina di giovinastri incampucciati e armati di cinture. E' avvenuto ieri sera nelle vicinanze della parrocchia dell'Annunciazione alla Macchia Gialla, alla periferia di Foggia. Secondo le prime testimonianze, non si tratterebbe di un'aggressione di matrice politica perche' i teppisti gridavano ingiurie generiche senza alcun riferimento a nazionalita' o religione.
I cinque aggrediti avevano appena finito una partita a calcetto con altri studenti universitari foggiani quando sono stati accerchiati e presi a calci, pugni, cinghiate e bastonate. Medicati al pronto soccorso degli ospedali riuniti di Foggia, sono stati dimessi poco dopo.
I balordi se la sono data a gambe con l'arrivo della polizia che ha evitato il peggio. (AGI)

http://www.agi.it/bari/notizie/200810141952-cro-r012881-art.html

Come al solito i mass media escludono la matrice politica di questi episodi; non ci meravigliamo se anche questa volta gli aggressori vengono definiti "giovinastri", come se la loro vile azione possa essere giustificata come una ragazzata, come un eccesso adolescenziale che si può anche concedere perchè tanto la politica non c'entra niente. Minimizzare è la parola d'ordine che serve a rasserenare il clima e a non dare spazio, magari, alle "solite" manifestazioni contro lo squadrismo nostrano.
Noi non ci stiamo alla solita storiella preconfezionata; di sicuro gli incappucciati non hanno nozioni di teoria politica (e di sicuro neanche neuroni sufficenti) ma la dinamica dell'aggressione ha sicuramente matrice politica. Picchiare in branco (magari anche "ebrei") con cinture e bastoni non è pratica nuova, ed anche chi minimizza la conosce bene ma fa finta di niente. Tanto sono solo giovinastri...
rekkia

giovedì 2 ottobre 2008

Trattato sui postumi di una ronda

L’episodio: domenica notte, in viale XXIV Maggio, un ragazzo vaga senza una meta precisa. Ha bevuto, e questi sono affari suoi. Ma non è molesto, non disturba la pubblica quiete, non schiamazza. Ha in tasca qualche pennarello, forse anche una bomboletta spray. Ma non arreca fastidio al sonno del giusto che si gode la città. Una tranquilla città del sud, dove solo nell’ultima settimana la “Mala” ha fatto un morto e quattro feriti in tre diversi agguati. Il ragazzo ha i riflessi lenti. I due agenti della pattuglia lo individuano. Sono due felini, loro, agili e scattanti come in un film western. In pochi attimi sono addosso al protagonista della nostra storia. Una mano dietro la schiena, la faccia sul cofano della volante, la concitazione sedata con qualche colpo ben assestato, accompagnato da qualche epiteto gentile. In qualche secondo il giovane ha smesso di passeggiare baldanzoso, i tutori hanno vinto ancora, l’ordine è ripristinato. Segue l’accompagnamento in caserma. Il trofeo viene fatto accomodare e denudare. Non gli trovano nulla. Ma il gioco deve sempre valere la candela. E allora sono botte. Nei fianchi, sul torace, in faccia. Botte all’ubriaco, come passatempo per bilanciare una merdosa nottata di corvè. Gli altri carabinieri in servizio si uniscono alla pratica sportiva. È spassosa. E permette al tempo di passare velocemente, come un gioco da tavolo. Il ragazzo sbraita, incassa ma non ci sta. Chiama casa. Il padre arriva in un amen. Gli sbirri tornano galanti e servili, come in un servizio del tg1. Gente d’onore, in giro a rischiare il culo per noialtri perdigiorno. Gente tenace, che fa del suo meglio nonostante le paghe da fame, come dice Veltroni. Negano ogni addebito: il ragazzo è semplicemente agitato e se vuole fumarsi una bella sigaretta, loro sono disponibili anche a sorvolare sul divieto vigente nella caserma. Suo figlio ha precedenti, dice uno. E per dimostrare coi fatti la propria buona fede, straccia il verbale redatto. Il padre del ragazzo non abbocca: Siete stati poco furbi ad avergli lasciato tutti quei segni addosso. Il resto è storia d’avvocatura. Stop.

Immaginiamo le voci dei passanti: Non montate un caso dal nulla, adesso. Non buttatela sempre in politica. Il ragazzo era ubriaco…
E dunque? Dunque i due agenti della volante notturna avevano il sacrosanto dovere di sostituirsi alla patria podestà dei bei tempi e gonfiarlo di botte per riportarlo sulla retta via?
Vi rispondiamo pacatamente: evitate di romperci l’anima con questi sermoni. Che abbiamo la nausea di questi sceriffi pompati ad onore ed eroismo televisivo che sfogano la loro repressione in una scarica d’adrenalina sul primo cristo che gli capita a tiro. Nauseati dal lercio esercizio dell’abuso come unica affermazione di un potere effimero. Nauseati persino dal dover riferire con enfasi ciò che agli occhi di molti è pura prassi senza scalpore: un ragazzo ghanese ha denunciato i vigili parmensi per averlo pestato senza un perché. Quel che emerge e fa spettacolo, quel che affiora. Il resto è sepolto, come scorie tossiche. Ma tanto dovevamo, per coscienza e conoscenza: questo è successo a Foggia domenica notte. A 24 ore dall’ultimo delitto di mala. A 24 ore dall’appello delle forze di polizia: contro la mafia non bastiamo, ci vuole una rivolta morale della cittadinanza. Per l’appunto.

da "Laboratorio Politico Jacob
via Mario Pagano, 38 - Foggia
www.agitproponline.com"

mercoledì 10 settembre 2008

CRONACHE DI UNA VACANZA SOLIDALE





Una settimana a borgo mezzanone , in pieno Agosto, non è un pacchetto-vacanze molto gettonato nelle agenzie di viaggio. Si trattava di una esperienza di crescita e di lavoro volontario con bimbi e anziani autoctoni ma anche con migranti in attesa di richiesta d'asilo, di cui seppi qualche tempo prima parlando con gente del posto. Fu così che spinta da curiosità personale, umana ma anche di studio sono partita. Non che il tragitto fisico sia stato lungo , visto che sono appena 12 km dal capoluogo, ma , a posteriori, mi sembra di aver percorso una distanza mentale, un viaggio verso una frontiera (non un confine), dove mi aspettava un caleidoscopio in cui mille storie ed esperienze di latitudini diverse si incontravano e convivevano.
Eravamo 80 ragazzi dai 15 ai 30 all' incirca, provenienti da un pò tutta Italia e molta gente del posto, di età diversa, tutti accolti dalla parrocchia di S.Maria del grano. Contemporaneamente al nostro ariivo , proprio in quei giorni, si insediavano altrettanti 80 , ma soldati, per presidiare il centro per richiedenti asilo, a seguito del tanto discusso pacchetto sicurezza varato dall'attuale governo. E' stato come se una battaglia simbolica fosse stata combattuta su fronti ,ovviamente, diversi :da una parte camionette, mitra tirati a lustro, divise e gradi, dall'altra parte le armi erano parole e gesti, individuali e collettivi, all'insegna di un'idea diversa di accoglienza e di integrazione, quella che non passa da cancelli e documenti di riconoscimanto ma che riguarda la conoscenza reciproca , la circolazione e la condivisione di saperi , di conoscenze e di esperienze pratiche.
La mattina si tenevano tavole rotonde e dibattiti, alla presenza di persone impegnate in prima linea in scenari di guerra o in progetti di solidarietà dal basso. Il pomeriggio cominciavano le varie attività : assistenza e ascolto porta a porta di anziani , giochi con bambini del borgo , scuola di italiano per migranti , studio dei casi individuali di richiedenti asilo che si recavano allo sportello di ascolto della caritas (che ha l'obiettivo di facilitare l'orientamento nell'iter di richiesta di status di rifugiato) e ,infine, animazione con balli, canti ,giochi per adulti e bambini all'interno del "cara" (centro accoglienza richiedenti asilo). La sera iniziative di varia natura: partite di calcio interculturali, concerti, karaoke e cabaret auto-organizzati.
Seppure di stampo cattolico l'iniziativa si è caratterizzata dall'estrema apertura e tolleranza nei confronti delle varie confessioni e dei vari approcci alla religione. E' stato un laboratorio di idee e di iniziative inedite che , ammettendo la diversità come ricchezza , come presupposto per la consapevolezza del "noi" , hanno posto le basi per una sensibilità "altra" .
Una sensibilità o una auto- coscienza nuova che si manifesta non in un approccio caritatevole ma umano e CONSAPEVOLE , ispirata a un idea di società diversa che non tema l'eterogeneità culturale, ma , che, al contrario proprio in questa, veda la sua libertà e la sua forza , che sia trans-culturale , multifome , tante quante sono le forme di umanità.
Ora il prossimo appuntamento è per il week-end di capodanno, l'idea è quella di festeggiarlo all'interno del "cara" insieme ai rifugiati.
LAWEDRA

lunedì 21 luglio 2008

La triste storia degli uffici dimenticati

La Provincia paga piú di 50mila euro all´anno per locali che non usa. Una vicenda con nomi eccellenti che parlano di Teleradioerre e Partito Socialista


(di Enrico Ciccarelli)
La cosa che dispiace é dover tirare in ballo il nome di una famiglia irreprensibile e almeno tre ragazzi perbene che hanno sempre vissuto del loro e sono degni di ogni stima; ma la vicenda dei locali che la Provincia ha preso in fitto in via Telesforo dal direttore di Teleradioerre Euclide Della Vista e dai suoi fratelli non puó essere tralasciata o taciuta, specie dopo che l´affilata accuratezza di Antonella Caruso l´ha descritta sulle pagine del 'Corriere del Mezzogiorno´ (dal suo articolo ricaviamo la maggior parte delle informazioni contenute in questo commento).

I fatti possono riassumersi in breve: l´Ente Provincia, ritenendo di avere assoluto bisogno di quei locali per sistemare il proprio front office, decide di prenderli in fitto, non senza aver stabilito che i lavori di ristrutturazione saranno a carico del locatore e che per questo sarà fissato un canone maggiorato.

L´operazione, tentata nel 2006, salta per mancanza di copertura finanziaria. L´anno successivo, peró, ci si riprova: questa volta l´urgenza assoluta non é il front office, ma la Polizia Provinciale. Il canone viene stabilito a poco piú di quattromila euro al mese (ci sembra altino, per trecento metri quadri ma sapete com´é? Ci sono i lavori da fare...), il contratto dispone una durata di dodici anni (sei piú sei, in realtà) e la prima annualità, siccome poi dicono che siamo provinciali e siamo tirati (cfr. 'Totó, Peppino e la malafemmina´) viene versata in anticipo nelle tasche del fortunato locatore.

Come mai a Via Telesforo voi troverete solo delle serrande abbassate dall´aria triste?Semplice: perchè l´urgenza urgentissima non é piú cosí urgente. Un anno é passato e non solo la Polizia Provinciale é stata trasferita all´ex-Sicem, ma non una sola cazzuola o piallatrice é al lavoro nei locali del beneficato direttore. Cinquantunomila euro e rotti di denaro pubblico sono stati dati in cambio di non si sa cosa.

Il fatto é che purtroppo si sa, o almeno lo si puó intuire. Teleradioerre é una televisione da tempo infeudata al Partito Socialista e al suo padre padrone di Puglia, l´onorevole Lello Di Gioia, che ha indicato per la presidenza dell´Amgas l´editore dell´emittente Lanfranco Tavasci. Il funzionario della Provincia che firma il munifico contratto, sia pure nel solo ruolo burocratico di esecutore di una volontà politica, é il collega Micky De Finis, autorevole opinionista della stessa Teleradioerre e dirigente politico di rango del Partito Socialista, oltre che portavoce plenipotenziario di Lello Di Gioia medesimo. E socialisti sono due dei soli quattro assessori che soccorrono il presidente Stallone (in foto) nella riunione di Giunta in cui viene assunta questa delibera incomprensibile e sciagurata.

Un´operazione politicamente connotata, che non é solo un esempio di irresponsabile dissipazione di danaro pubblico, per il quale ci auguriamo che la magistratura contabile (quantomeno) prenda i provvedimenti del caso.

Siamo in presenza di un caso da manuale di distorsione politico-affaristico-mediatica, di cui vediamo un ulteriore esempio nell´assordante ed imbarazzato silenzio che ha fatto seguito all´articolo della collega Caruso: sappiamo che il presidente Pepe, con la dirittura morale che gli é propria, ha dettato condizioni ultimative per riportare la situazione a standard minimi di decenza; ci attendiamo che siano attivati immediatamente tutti i meccanismi utili a ristorare l´amministrazione e i cittadini dal danno economico ingiustamente subito.

Gradiremmo anche sapere su quali basi é stata determinata la congruità del prezzo di locazione (se fosse stata omessa la stima degli uffici competenti ci troveremmo in presenza di ipotesi ben piú gravi e preoccupanti). Ci aspetteremmo un atto di responsabilità e di sensibilità, o almeno di chiarimento, da parte di Euclide Della Vista e di Teleradioerre, ma temiamo fortemente che rimarremo delusi. Siamo curiosi di sapere se l´occupazione socialista di Palazzo Dogana, direttamente attraverso assessori e funzionari, o indirettamente attraverso il presidente Stallone, ha prodotto molti atti similari, e quanto possono essere costati al pubblico erario.

Chiediamo alla nuova amministrazione, innocente dell´accaduto, un gesto di discontinuità ed un chiaro segno di bonifica del sottobosco clientelar-medatico che ha ricevuto come (pesante) eredità.

http://www.foggiaefoggia.com/news/dettaglio.asp?id=9320

venerdì 4 luglio 2008

"Sì ai rifiuti campani, ma mai nelle discariche"

Diktat della Regione a Bertolaso
"Sì ai rifiuti campani, ma mai nelle discariche"
di Piero Ricci
«Dobbiamo aiutare la Campania ad uscire dall´emergenza, ma questo non può essere un alibi per aiutare gli amici degli amici, non vogliamo che l´emergenza diventi il luna park dei furbi»: il governatore pugliese, Nichi Vendola, tiene dritto il timone del piano rifiuti e tiene alla larga i rifiuti campani dalle discariche pugliesi. «Non vorrei che col pretesto dell´emergenza, si riempissero cave, si chiedessero ampliamenti che possono solo stravolgere la tempistica del nostro ciclo dei rifiuti».

La filosofia di fondo della Regione Puglia nel faccia a faccia con Marcello Fiori, uno dei quattro direttori generali che lavorano col sottosegretario all´emergenza rifiuti in Campania, è in una battuta di Vendola: «Il nostro sottosuolo non si tocca». Scordatevi le discariche, insomma. Ma lo dice a suocera perché nuora intenda. E le "nuore" in questo caso sono i privati, gli imprenditori dei rifiuti che hanno fiutato l´affare. «Le sette sorelle», le ha ribattezzate, appena finito l´incontro tecnico tra Regione e i tecnici del sottosegretario all´emergenza rifiuti in Campania. «I rifiuti campani che siamo disposti ad ospitare - ha detto Vendola - vanno bruciati nel termovalorizzatore e se serve possiamo anche bruciarne di più di quelli già bruciati, ma a condizione che vengano ridotte le quantità di rifiuti che a Massafra bruciano il Veneto ed le altre regioni del Nord. Questa - aggiunge il presidente pugliese - è una delle ipotesi che ho prospettato al governo».

E il governo si tiene buona la Puglia sul fronte rifiuti. Anche su quello, oggi, più caldo del Subappennino dauno dove passano i camion della monnezza per scaricare nella discarica di Savignano Irpino. All´ordine del giorno della riunione presso la presidenza della Regione, c´è soprattutto questo. «La nostra posizione è identica a quella della Regione Puglia, che è l´unica regione che in tutte le circostanze ha consentito alla Campania di soffrire un po´ di meno. Per questo è doveroso che tutto ciò che accade in Puglia sia concertato con le amministrazioni locali», dice subito Fiori, prima di cominciare la riunione con Losappio, il direttore generale dell´Arpa Puglia, Giorgio Assennato, i rappresentanti della prefettura e della Provincia di Foggia, il comandante della guardie provinciali di Foggia e tecnici della Regione Puglia.


Alla fine dell´incontro durato un paio d´ore, è Losappio a spiegare che firma non c´è stata e che la Puglia ha subordinato la sua adesione a tre condizioni. «Intanto entro 15 giorni - spiega Losappio - terminerà il transito di camion vuoti sulle strade pugliesi provenienti da Savignano. Già erano stati bloccati i camion pieni diretti in discarica; entro il 17 luglio non passeranno dalle strade del Subappennino quelli che hanno già sversato».

Ma sul tavolo col governo, la Puglia ha ottenuto che i tecnici dell´Arpa possano effettuare i controlli nella discarica di Savignano per verificare la natura dei rifiuti smaltiti. «Abbiamo ricevuto rassicurazioni dalla Protezione civile che si tratta solo di rifiuti solidi urbani - spiega l´assessore pugliese - ma vogliamo che i nostri tecnici possano approfondire i controlli. Saranno necessari accordi, che vogliamo avviare, con Arpa Campania. Il decreto ministeriale di avvio di Savignano prevede anche rifiuti pericolosi, ma vogliamo solo rifiuti solidi urbani». Infine la bonifica della discarica di Difesa Grande ad Ariano Irpino, l´altra che sorge ai confini con la Puglia e che desta allarme. «Quella discarica dovrà essere bonificata dopo l´inserimento dell´impianto tra i siti di interesse nazionale da parte del ministero dell´Ambiente», conclude Losappio dopo aver saputo da Fiori che il sottosegretario ha già sollecitato in tal senso il ministero dell´Ambiente.
(03 luglio 2008)
http://bari.repubblica.it/dettaglio/S%C3%AC-della-Regione-ai-rifiuti-campani-da-bruciare/14830
45?ref=rephp

martedì 1 luglio 2008

Note a margine di un presidio antifascista



Di presidi se ne fanno tanti. A decine, ogni anno, per i motivi più disparati.
Eppure stavolta abbiamo la presunzione di dire che è stato diverso.
Diverso per noi, per coloro che l´hanno preparato, indetto, organizzato e animato.
Perché prima di essere una prova di forza, un complicato esercizio algebrico, una miserabile gara all´egemonia forzata; prima di ogni altra cosa è stato un messaggio: non abbiamo alcuna intenzione di farci intimidire, e men che meno abbiamo voglia di vivere in una città compartimentata, con zone e frangenti off-limits.
Per dirlo non c´era bisogno di acconciarsi a tristi, mesti, contriti; di dimostrarsi ortodossi nell´accumulo di sfighe, di salire sul piedistallo e spacciare pedagogia tagliata male e potenzialmente letale.
Così abbiamo festeggiato. Ci siamo festeggiati in una piazza dove tutti, dai passanti ai genitori in carrozzino, dai bambini fino al venditore di birre all´angolo, hanno gradito la nostra presenza. E ce l´hanno fatto capire chiaramente. Partecipando. Dove la musica l´ha fatta da padrona assoluta, dove la voglia di stare insieme e testimoniare il nostro disprezzo per le pratiche neofasciste ha accomunato quegli stili differenti di gioventù che fanno la gioia delle riviste di settore.
Foggia non è Verona e non lo diventerà.
Ma i segnali di fumo vanno interpretati e tenuti in debita considerazione. Sempre. Senza sottovalutare nulla, senza fare spallucce, senza credere che non ci riguardi. L´indifferenza, in certe situazioni, è il miglior alleato dello squadrismo.
Un´aggressione, qualche settimana fa: un´aggressione vile, come tutte quelle di cui si rendono protagonisti i camerati. Per stile e per attitudine morale. In sette/otto contro un singolo, in piena notte e in pieno centro. Dopo una serata trascorsa a provocare, ad insultare, ad irridere chiunque passasse nei loro paraggi. Un pestaggio liberatorio come tanti, nelle intenzioni. Senza conseguenze. Che invece si è rivelato un poderoso strumento di indignazione. Un tam-tam continuo ha percorso la città, altri episodi equivoci sono venuti a galla. Gente diversa, diversissima, ha condiviso l´idea che stavolta hanno esagerato. Un´infamia è un´infamia. E anche qualcun altro deve essersene accorto, a giudicare dalla lodevole gara dapprima a negare, poi a prendere le distanze ed infine - e siamo nel ridicolo! - a condannare il gesto da parte di singoli, di gruppi e partiti della destra estrema. Ma i fatti restano tali e portano a schierarsi. A prendere posto dietro l´ideale barricata. A farsi partigiano.
Il presidio di ieri è stato un primo atto, simbolico e pacifico, di un aggregato che mira a diventare stabile. Nelle iniziative, nei contatti, nella velocità d´intervento. Le premesse, maturate in queste ultime settimane assembleari, sono buone. Più che buone. Chiunque non abbia i paraocchi identitari troppo stretti ha ben compreso che quella unitaria è la risposta a molte domande insolute.
Avanti Foggia Antifa.
29/06/2008 - Ciammarucaantifa

venerdì 27 giugno 2008

Presidio Antifascista "Fermiamo la violenza squadrista"


Sabato 28 giugno. A Foggia, dalle 19, a piazza Del Lago, Presidio Antifascista "Fermiamo la violenza squadrista"
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