lunedì 21 luglio 2008

La triste storia degli uffici dimenticati

La Provincia paga piú di 50mila euro all´anno per locali che non usa. Una vicenda con nomi eccellenti che parlano di Teleradioerre e Partito Socialista


(di Enrico Ciccarelli)
La cosa che dispiace é dover tirare in ballo il nome di una famiglia irreprensibile e almeno tre ragazzi perbene che hanno sempre vissuto del loro e sono degni di ogni stima; ma la vicenda dei locali che la Provincia ha preso in fitto in via Telesforo dal direttore di Teleradioerre Euclide Della Vista e dai suoi fratelli non puó essere tralasciata o taciuta, specie dopo che l´affilata accuratezza di Antonella Caruso l´ha descritta sulle pagine del 'Corriere del Mezzogiorno´ (dal suo articolo ricaviamo la maggior parte delle informazioni contenute in questo commento).

I fatti possono riassumersi in breve: l´Ente Provincia, ritenendo di avere assoluto bisogno di quei locali per sistemare il proprio front office, decide di prenderli in fitto, non senza aver stabilito che i lavori di ristrutturazione saranno a carico del locatore e che per questo sarà fissato un canone maggiorato.

L´operazione, tentata nel 2006, salta per mancanza di copertura finanziaria. L´anno successivo, peró, ci si riprova: questa volta l´urgenza assoluta non é il front office, ma la Polizia Provinciale. Il canone viene stabilito a poco piú di quattromila euro al mese (ci sembra altino, per trecento metri quadri ma sapete com´é? Ci sono i lavori da fare...), il contratto dispone una durata di dodici anni (sei piú sei, in realtà) e la prima annualità, siccome poi dicono che siamo provinciali e siamo tirati (cfr. 'Totó, Peppino e la malafemmina´) viene versata in anticipo nelle tasche del fortunato locatore.

Come mai a Via Telesforo voi troverete solo delle serrande abbassate dall´aria triste?Semplice: perchè l´urgenza urgentissima non é piú cosí urgente. Un anno é passato e non solo la Polizia Provinciale é stata trasferita all´ex-Sicem, ma non una sola cazzuola o piallatrice é al lavoro nei locali del beneficato direttore. Cinquantunomila euro e rotti di denaro pubblico sono stati dati in cambio di non si sa cosa.

Il fatto é che purtroppo si sa, o almeno lo si puó intuire. Teleradioerre é una televisione da tempo infeudata al Partito Socialista e al suo padre padrone di Puglia, l´onorevole Lello Di Gioia, che ha indicato per la presidenza dell´Amgas l´editore dell´emittente Lanfranco Tavasci. Il funzionario della Provincia che firma il munifico contratto, sia pure nel solo ruolo burocratico di esecutore di una volontà politica, é il collega Micky De Finis, autorevole opinionista della stessa Teleradioerre e dirigente politico di rango del Partito Socialista, oltre che portavoce plenipotenziario di Lello Di Gioia medesimo. E socialisti sono due dei soli quattro assessori che soccorrono il presidente Stallone (in foto) nella riunione di Giunta in cui viene assunta questa delibera incomprensibile e sciagurata.

Un´operazione politicamente connotata, che non é solo un esempio di irresponsabile dissipazione di danaro pubblico, per il quale ci auguriamo che la magistratura contabile (quantomeno) prenda i provvedimenti del caso.

Siamo in presenza di un caso da manuale di distorsione politico-affaristico-mediatica, di cui vediamo un ulteriore esempio nell´assordante ed imbarazzato silenzio che ha fatto seguito all´articolo della collega Caruso: sappiamo che il presidente Pepe, con la dirittura morale che gli é propria, ha dettato condizioni ultimative per riportare la situazione a standard minimi di decenza; ci attendiamo che siano attivati immediatamente tutti i meccanismi utili a ristorare l´amministrazione e i cittadini dal danno economico ingiustamente subito.

Gradiremmo anche sapere su quali basi é stata determinata la congruità del prezzo di locazione (se fosse stata omessa la stima degli uffici competenti ci troveremmo in presenza di ipotesi ben piú gravi e preoccupanti). Ci aspetteremmo un atto di responsabilità e di sensibilità, o almeno di chiarimento, da parte di Euclide Della Vista e di Teleradioerre, ma temiamo fortemente che rimarremo delusi. Siamo curiosi di sapere se l´occupazione socialista di Palazzo Dogana, direttamente attraverso assessori e funzionari, o indirettamente attraverso il presidente Stallone, ha prodotto molti atti similari, e quanto possono essere costati al pubblico erario.

Chiediamo alla nuova amministrazione, innocente dell´accaduto, un gesto di discontinuità ed un chiaro segno di bonifica del sottobosco clientelar-medatico che ha ricevuto come (pesante) eredità.

http://www.foggiaefoggia.com/news/dettaglio.asp?id=9320

venerdì 4 luglio 2008

"Sì ai rifiuti campani, ma mai nelle discariche"

Diktat della Regione a Bertolaso
"Sì ai rifiuti campani, ma mai nelle discariche"
di Piero Ricci
«Dobbiamo aiutare la Campania ad uscire dall´emergenza, ma questo non può essere un alibi per aiutare gli amici degli amici, non vogliamo che l´emergenza diventi il luna park dei furbi»: il governatore pugliese, Nichi Vendola, tiene dritto il timone del piano rifiuti e tiene alla larga i rifiuti campani dalle discariche pugliesi. «Non vorrei che col pretesto dell´emergenza, si riempissero cave, si chiedessero ampliamenti che possono solo stravolgere la tempistica del nostro ciclo dei rifiuti».

La filosofia di fondo della Regione Puglia nel faccia a faccia con Marcello Fiori, uno dei quattro direttori generali che lavorano col sottosegretario all´emergenza rifiuti in Campania, è in una battuta di Vendola: «Il nostro sottosuolo non si tocca». Scordatevi le discariche, insomma. Ma lo dice a suocera perché nuora intenda. E le "nuore" in questo caso sono i privati, gli imprenditori dei rifiuti che hanno fiutato l´affare. «Le sette sorelle», le ha ribattezzate, appena finito l´incontro tecnico tra Regione e i tecnici del sottosegretario all´emergenza rifiuti in Campania. «I rifiuti campani che siamo disposti ad ospitare - ha detto Vendola - vanno bruciati nel termovalorizzatore e se serve possiamo anche bruciarne di più di quelli già bruciati, ma a condizione che vengano ridotte le quantità di rifiuti che a Massafra bruciano il Veneto ed le altre regioni del Nord. Questa - aggiunge il presidente pugliese - è una delle ipotesi che ho prospettato al governo».

E il governo si tiene buona la Puglia sul fronte rifiuti. Anche su quello, oggi, più caldo del Subappennino dauno dove passano i camion della monnezza per scaricare nella discarica di Savignano Irpino. All´ordine del giorno della riunione presso la presidenza della Regione, c´è soprattutto questo. «La nostra posizione è identica a quella della Regione Puglia, che è l´unica regione che in tutte le circostanze ha consentito alla Campania di soffrire un po´ di meno. Per questo è doveroso che tutto ciò che accade in Puglia sia concertato con le amministrazioni locali», dice subito Fiori, prima di cominciare la riunione con Losappio, il direttore generale dell´Arpa Puglia, Giorgio Assennato, i rappresentanti della prefettura e della Provincia di Foggia, il comandante della guardie provinciali di Foggia e tecnici della Regione Puglia.


Alla fine dell´incontro durato un paio d´ore, è Losappio a spiegare che firma non c´è stata e che la Puglia ha subordinato la sua adesione a tre condizioni. «Intanto entro 15 giorni - spiega Losappio - terminerà il transito di camion vuoti sulle strade pugliesi provenienti da Savignano. Già erano stati bloccati i camion pieni diretti in discarica; entro il 17 luglio non passeranno dalle strade del Subappennino quelli che hanno già sversato».

Ma sul tavolo col governo, la Puglia ha ottenuto che i tecnici dell´Arpa possano effettuare i controlli nella discarica di Savignano per verificare la natura dei rifiuti smaltiti. «Abbiamo ricevuto rassicurazioni dalla Protezione civile che si tratta solo di rifiuti solidi urbani - spiega l´assessore pugliese - ma vogliamo che i nostri tecnici possano approfondire i controlli. Saranno necessari accordi, che vogliamo avviare, con Arpa Campania. Il decreto ministeriale di avvio di Savignano prevede anche rifiuti pericolosi, ma vogliamo solo rifiuti solidi urbani». Infine la bonifica della discarica di Difesa Grande ad Ariano Irpino, l´altra che sorge ai confini con la Puglia e che desta allarme. «Quella discarica dovrà essere bonificata dopo l´inserimento dell´impianto tra i siti di interesse nazionale da parte del ministero dell´Ambiente», conclude Losappio dopo aver saputo da Fiori che il sottosegretario ha già sollecitato in tal senso il ministero dell´Ambiente.
(03 luglio 2008)
http://bari.repubblica.it/dettaglio/S%C3%AC-della-Regione-ai-rifiuti-campani-da-bruciare/14830
45?ref=rephp

martedì 1 luglio 2008

Note a margine di un presidio antifascista



Di presidi se ne fanno tanti. A decine, ogni anno, per i motivi più disparati.
Eppure stavolta abbiamo la presunzione di dire che è stato diverso.
Diverso per noi, per coloro che l´hanno preparato, indetto, organizzato e animato.
Perché prima di essere una prova di forza, un complicato esercizio algebrico, una miserabile gara all´egemonia forzata; prima di ogni altra cosa è stato un messaggio: non abbiamo alcuna intenzione di farci intimidire, e men che meno abbiamo voglia di vivere in una città compartimentata, con zone e frangenti off-limits.
Per dirlo non c´era bisogno di acconciarsi a tristi, mesti, contriti; di dimostrarsi ortodossi nell´accumulo di sfighe, di salire sul piedistallo e spacciare pedagogia tagliata male e potenzialmente letale.
Così abbiamo festeggiato. Ci siamo festeggiati in una piazza dove tutti, dai passanti ai genitori in carrozzino, dai bambini fino al venditore di birre all´angolo, hanno gradito la nostra presenza. E ce l´hanno fatto capire chiaramente. Partecipando. Dove la musica l´ha fatta da padrona assoluta, dove la voglia di stare insieme e testimoniare il nostro disprezzo per le pratiche neofasciste ha accomunato quegli stili differenti di gioventù che fanno la gioia delle riviste di settore.
Foggia non è Verona e non lo diventerà.
Ma i segnali di fumo vanno interpretati e tenuti in debita considerazione. Sempre. Senza sottovalutare nulla, senza fare spallucce, senza credere che non ci riguardi. L´indifferenza, in certe situazioni, è il miglior alleato dello squadrismo.
Un´aggressione, qualche settimana fa: un´aggressione vile, come tutte quelle di cui si rendono protagonisti i camerati. Per stile e per attitudine morale. In sette/otto contro un singolo, in piena notte e in pieno centro. Dopo una serata trascorsa a provocare, ad insultare, ad irridere chiunque passasse nei loro paraggi. Un pestaggio liberatorio come tanti, nelle intenzioni. Senza conseguenze. Che invece si è rivelato un poderoso strumento di indignazione. Un tam-tam continuo ha percorso la città, altri episodi equivoci sono venuti a galla. Gente diversa, diversissima, ha condiviso l´idea che stavolta hanno esagerato. Un´infamia è un´infamia. E anche qualcun altro deve essersene accorto, a giudicare dalla lodevole gara dapprima a negare, poi a prendere le distanze ed infine - e siamo nel ridicolo! - a condannare il gesto da parte di singoli, di gruppi e partiti della destra estrema. Ma i fatti restano tali e portano a schierarsi. A prendere posto dietro l´ideale barricata. A farsi partigiano.
Il presidio di ieri è stato un primo atto, simbolico e pacifico, di un aggregato che mira a diventare stabile. Nelle iniziative, nei contatti, nella velocità d´intervento. Le premesse, maturate in queste ultime settimane assembleari, sono buone. Più che buone. Chiunque non abbia i paraocchi identitari troppo stretti ha ben compreso che quella unitaria è la risposta a molte domande insolute.
Avanti Foggia Antifa.
29/06/2008 - Ciammarucaantifa