venerdì 27 giugno 2008

Presidio Antifascista "Fermiamo la violenza squadrista"


Sabato 28 giugno. A Foggia, dalle 19, a piazza Del Lago, Presidio Antifascista "Fermiamo la violenza squadrista"
myspace.com/ciammarucaantifa

UN NUOVO RAMO PER I PROGETTI UMANITARI NEL MONDO


San Giovanni Rotondo - Dopo tre anni di successi in ambito culturale l’associazione “Cambio rotta” si prepara ad una nuova sfida. “Oltre le frontiere” è la divisione creata per sostenere progetti umanitari nel mondo. Già presente l’anno scorso in Brasile per supportare logisticamente ed economicamente alcune realtà svantaggiate, ha ora in programma nuovi viaggi. 8 agosto e 27 dicembre le prossime date; la prima in Tibet dove una delegazione di “Cambio Rotta – Oltre le frontiere”, insieme ad un container di aiuti umanitari, porterà il proprio supporto; e l’altra in un ambulatorio medico presso le suore canossiane dove si effettueranno - a Kampala in Uganda - interventi di chirurgia orale ad oltranza. L’associazione collabora anche con realtà locali tra cui l’ITCA, l’istituto terziario cappuccini dell’addolorata che, da oltre 50 anni, forma i giovani provenienti da tutto il Gargano. Insieme al rettore dell'ITCA Padre Antonio Zoccano si sta lavorando alla costruzione di un presidio medico nelle Filippine, nel villaggio dove da anni i cappuccini terziari operano per il settore umanitario. “Confidiamo nell’aiuto dei sangiovannesi e non solo – ha detto il presidente Antonio D’Apolito – affinché anche un piccolo contributo possa dare supporto e sollievo a chi è meno fortunato di noi. Chiediamo l’aiuto a tutte le associazioni locali dello stesso settore con la speranza di future collaborazioni. Solo insieme è possibile realizzare grandi cose.” Domenica 29 giugno l’associazione sarà presente in piazza dei Martiri a San Giovanni Rotondo con uno stand per incontrare i cittadini ed illustrare i progetti futuri. Nell’occasione verranno distribuiti gratuitamente libri. Sarà possibile associarsi ed acquistare, al prezzo simbolico di 1 euro, la t-shirt dell’associazione (Il Grecale/Marianna Alicino).

giovedì 26 giugno 2008

Lavoro nero e migranti: un binomio moderno tra ricattabilità e sfruttamento


In tema di lavoro e di diritti del lavoro si sa che la Capitanata non è una stella che brilla ; anche se nel cielo del mondo del lavoro le stelle sono rare e lontane. Qui , dove già parlarne è , per certi versi, argomento tabù, è il lavoro nero, quello sottopagato e sfruttato, che la fa da padrone. Ci sono interi settori dell'economia sommersi, è questo, da una parte, vuol dire lauti guadagni per i caporali senza scrupoli e per gli imprenditori locali, ereditieri dell'antica mentalità latifondista ; dall' altra significa sfruttamento, precarietà, ricattabilità per chi con quel lavoro prova a viverci . Questo fenomeno, noto "herpes" locale, oggi riemerge prepotente e impunito, potendo attingere ad un "sarbatoio umano" sempre più vasto e disperato: in primis , ovviamente, quello dei migranti, disperati e ricattabili per eccellenza. Se n'è parlato ieri (25 giugno, nda) alla sede della CGL di Foggia, alla presenza di rappresantanti sindacali di categoria e di rappresentanti del circolo interculturale "BAOBAB" in una conferenza dal titolo: Lavoro e migranti . I settori più "neri" sono quello edile e quello agricolo , cantieri e campi sono i luoghi privilegiati dello sfruttamento, off limits per diritti del lavoro. Per quanto riguarda il settore agricolo esistono veri e propri tariffari "neri" su base " etnica ": si parte da 33 euro al giorno per gli italiani, 25 per i polacchi, 20 per i rumeni, fino a 2 euro " a cassone" per gli africani.
A seguito della legge contro il lavoro nero promossa dal governo Prodi, e a seguito dell' intensificazione dei controlli di polizia e ispettori del lavoro, gli imprenditori locali hanno fatto "emergere" parzialmente I propri lavoratori , registrando i loro nomi all'elenco anagrafico dell' IMPS. I datori dichiarano pochissime giornate lavorative , negando ai lavoratori la possibilità di usufruire di un minimo di previdenza sociale ( che scatta dopo 51 giornate). Attraverso questi è, però, possibile rilevare un' aumento degli stagionali stranieri da 4.986 a d oltre 15.000. Nel settore edile, invece, la gran parte dei lavoratori sono ancora autoctoni, solo 1000 sono i censiti stranieri nel settore , anche se si stima che ci siano altre 4000 lavoratori fantasma, soprattutto nelle cave di Apricena. Alle pessime condizioni di lavoro e salariali si deve aggiungere l'enorme emergenza abitativa per gli stranieri, che il più delle volte vengono alloggiati in case abbandonate, senza gli standard minimi di vivibilità (acqua e luce sono lussi inaccessibili).
Dall' incontro è emerso anche un fanomeno in crescita, quello della compravendita dei permessi di soggiorno stagionali. Dai paesi d'origine, attraverso loschi intermediari (i cosiddetti sponsor previsti dalla Bossi- Fini) , si possono aquistare a cifre astronomiche, che partono da 2.500 fino a 7000 euro, permessi e ottenere contratti di lavoro con tanto di vitto e alloggio incluso . Al momento dell' arrivo in Italia i migranti scoprono l'inganno, i fantomatici datori di lavoro e gli intermediari sono irreperibili e i documenti falsi. Dopo 8 giorni dall' arrivo e se non si ha un lavoro comincia ,per la legge, la triste via della clandestinità . Questo status è necessario al mercato del lavoro, sempre più al ribasso in meteria di diritti e salario. Clandestinità e lavoro nero sono un binomio sempre più necessario in tempi di crisi economica, e la paura dei "clandestini" , la paranoia collettiva della sicurezza, instillata nella gente oltre ad essere un' efficace strategia di distoglimento da argomenti scomodi , è anche
un comodo sotegno popolare per perpetuare una spirale di ricattabilità e sfruttamento necessaria a risollevare le sorti di un' economia sgangherata e irrazionale.

Lawedra

Foggia: torna in libertà uno dei presunti boss della faida del Gargano


E' stato scarcerato oggi Armando Libergolis per decorrenza dei termini di custodia cautelare. L'allevatore di 33 anni di Manfredonia, è uno dei presunti boss protagonisti della faida del Gargano. I termini di detenzione preventiva scadranno anche per altri due presunti assassini e per un presunto pusher. Gli imputati furono coinvolti nel giugno 2004 in un blitz dei carabinieri in cui i militari smantellarono con un centinaio di arresti i clan protagonisti delle diverse faide mafiose del Gargano. Quella che coinvolge la famiglia Libergolis da una parte e i Primosa-Alfieri dall’altra, nemici storici, ha prodotto a Monte Sant'Angelo 35 omicidi in trent'anni. Oltre a Libergolis, accusato di cinque omicidi, traffico di sostanze stupefacenti e armi, tornerà in libertà Giovanni Prencipe, accusato di due omicidi, associazione mafiosa e traffico di droga. Prencipe resterà comunque in carcere per un altro omicidio. Liberi anche Giovanni Cirella, accusato di un omicidio e di associazione mafiosa, e Vincenzo Padula, accusato di spaccio di sostanze stupefacenti. Tre anni fa i quattro furono rinviati a giudizio. Sono ora imputati dinanzi alla Corte d'assise di Foggia.Tra un mese circa toccherà invece al foggiano Gennaro Giovanditto essere scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, accusato di aver compiuto 13 omicidi nel corso della sanguinosa faida del Gargano. Giovanditto è ritenuto un sicario del clan Libergolis nella faida di Monte. Il nome di Giovanditto si aggiungerà a quelli dei quattro imputati, tra cui tre presunti assassini, che sono tornati in libertà oggi. Per questi imputati, arrestati circa quattro anni e fa, è ancora in corso dinanzi alla Corte d'assise di Foggia il processo di primo grado. Tra circa un mese lasceranno il carcere una decina di imputati. Tra questi Franco Libergolis, fratello di Armando, accusato di due omicidi, associazione mafiosa, estorsioni e spaccio di sostanze stupefacenti. (Il Grecale)

Terza ondata di controlli all'Ilva di Taranto

Comunicato Stampa

Oggi abbiamo vissuto una giornata particolare. L'Arpa Puglia stava
effettuando il monitoraggio del camino E312 per rilevare la diossina.
Fissando lo sguardo su tale camino le emissioni erano chiare e apparivano
fortemente diluite. Tutt'intorno invece apparivano emissioni opache e
diffuse che fuoriuscivano non dai camini ma dai punti più vari degli
impianti.

Ad esempio dall'impianto dell'agglomerato "sbuffavano" fuori fumi opachi e
densi mentre da camino E312 uscivano fumi bianchi e diluiti.

Oggi ciò che abbiamo visto lo abbiamo filmato con lo scrupolo del regista:
questo scenario è in un video che documenta fin nel dettaglio quanto
diciamo.

Questo ci porta a tre convincimenti.

Primo: occorre un controllo chimico in continuo delle emissioni
industriali, 24 ore su 24, rendendo pubblici i dati, e riteniamo questo
punto imprescindibile per concedere l'AIA, ossia l'autorizzazione a
produrre.

Secondo: occorre un controllo visivo delle emissioni di tutti i punti
critici dell'area industriale anche con riprese notturne mediante
telecamere con tecnologia all'infrarosso, in particolare sul piano
coperchi della cokeria.

Terzo: occorre in particolare avere un controllo non solo delle emissioni
convogliate tramite i camini ma anche di quelle diffuse e fuggitive, ad
esempio utilizzando la tecnologia di rilevazione laser messa a punto da
CESI-Enel. Ossia non basta controllare i camini se poi i fumi "fuggono" da
svariati punti di perdita in modo incontrollato.

L'Arpa Puglia sta svolgendo un lavoro estremamente impegnativo. I suoi
tecnici e il Direttore Generale stanno lavorando con abnegazione e grande
competenza. Tutta la città dovrebbe sostenere l'Arpa in questo imponente
sforzo di acquisizione di dati, in condizioni difficilissime.

Ma occorre lealtà: se si fanno uscire i fumi lì dove non ci sono controlli
diretti, l'Arpa ha il compito di controllare tecnicamente, alla politica
spetta il compito di protestare e di indignarsi.


Biagio De Marzo
Alessandro Marescotti
di
PeaceLink
http://www.peacelink.it
http://www.tarantosociale.org

mercoledì 25 giugno 2008

Storie dal Borgo: la triste realtà di chi necessita aiuto

Arrivare in Italia con la speranza di una vita migliore. A volte semplicemente con la speranza di vivere, in fuga dalla propria terra; lasciata per scampare a guerre e violenze.
La speranza di vivere meglio. Ma soprattutto la speranza di arrivare. Perché se il sogno di venire in Europa per ricominciare una vita non è semplice da realizzare, già il primo passo, arrivare appunto, è spesso una chimera.
Siamo stati a Borgo Mezzanone, nella Parrocchia della Madonna del Grano.
Qui lavora don Domenico, che insieme alla Caritas, si offre da ponte tra i richiedenti asilo del CPA e il mondo esterno. E’ infatti qui che molti “migranti” da paesi in guerra vengono “accolti” dopo l’approdo a Lampedusa. La Caritas funge da centro ascolto e punto informativo per quanti, non conoscendo la nostra lingua e la nostra burocrazia, hanno difficoltà finanche a compilare la richiesta per ottenere lo status di “rifugiati politici”.
E proprio qui abbiamo ascoltato la storia di un ragazzo liberiano, giunto in Italia due settimane fa. La sua barca, con circa 60 persone a bordo, è riuscita ad approdare sulle coste di Lampedusa. Un’altra, partita insieme alla prima, non ce l’ha fatta. Riuscire a salire su queste barche è di per sé un ‘impresa. Oltre a dover avere i soldi necessari per “comprare un biglietto” (che solitamente si aggira sopra i 1000 euro), bisogna attendere che una barca sia disposta a partire. Per questo biglietto ci dicono che di solito ci si vende i mobili e anche la casa. Il ragazzo della Liberia ci racconta che ha dovuto aspettare in Libia (è da lì che partono quasi tutte le imbarcazioni) tre mesi, in stato di clandestinità, costretto a nascondersi per evitare di essere mandato indietro a casa.
Arrivare qui a Borgo Mezzanone è quindi già un mezzo miracolo. Una volta qui e compilata la richiesta, bisogna tenere un colloquio con una Commissione (della quale fanno parte, tra gli altri, un Alto Funzionario Onu e il Prefetto di Foggia) che valuta caso per caso, se concedere o meno l’asilo politico. I principi valutativi sono molto arbitrari. Ad un richiedente gli è stato chiesto di disegnare la banconota da 10 dollari del suo paese.
Se la Commissione non da l’OK, i “migranti” vengono trasferiti nei CPT, dove si può restare in attesa di rimpatrio anche per diciotto mesi. Diciotto mesi di “prigionia”, visto che non è possibile allontanarsi dalla struttura, prima di un “rientro a casa” che in molti casi significa oppressione, violenze, miseria e non ultimo la morte.

Giuseppe Barrassi

lunedì 23 giugno 2008

Mega discarica Deliceto, il Wwf interviene nel procedimento penale

Foggia- Il WWF Italia interviene nell’ambito dell’operazione denominata “Black River”, condotta dall’Arma dei Carabinieri NOE di Bari e dal Comando Provinciale di Foggia coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, relativa alla scoperta della mega discarica sul fiume Cervaro tra Deliceto e Castelluccio. È stato comunicato alla stessa Procura con un atto giudiziario di significazione la propria qualità di parte offesa nel procedimento penale a carico di Rocco Bonassisa e altri. Il WWF ha proceduto alla nomina del proprio difensore, l’avvocato Angelo Pasquale Masucci di San Severo, conferendo ogni facoltà di legge affinché compia anche accertamenti nell’ambito dell’indagine difensiva ai sensi delle leggi vigenti, anche attraverso sostituti, investigatori privati e consulenti tecnici. La risoluzione del WWF deriva dalla constatazione della gravità dei reati contestati: disastro ambientale, traffico illecito di rifiuti, deviazione di acque.
Appare il più grande disastro ambientale d’Italia e, pertanto, il WWF, che persegue fini, tra l’altro, “di conservazione della fauna, flora, foreste, paesaggi, acqua, suolo e altre risorse naturali“, si considera rispetto a tali fatti parte offesa e, pertanto, legittimata a svolgere, nei limiti di legge, le proprie richieste ed istanze istruttorie anche in previsione di un’eventuale futura costituzione di parte civile.


http://www.ilgrecale.it/main/index.php?option=com_content&task=view&id=2560&Itemid=43

MIGRANTI A BORGO MEZZANONE: FRA LATITANZE DI STATO E SOLIDARIETA' DAL BASSO. IL PUNTO DURANTE LA GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO.



In tempi bui, in cui il rispetto dei diritti umani è violato in nome della sicurezza, in cui gli impegni di solidarietà internazionale vengono stralciati in nome di urgenti misure restrittive a livello europeo , mentre i media strumentalizzano il fenomeno e alimentano sentimenti xenofobi e odio razziale , la giornata mondiale del rifugiato , il 20 giugno scorso, è diventata un'occasione per fare luce e chiarezza su una delle questioni più spinose e controverse degli ultimi 10 anni. Si dimentica il più delle volte che coloro che bussano alle porte del fortino-Europa sono persone che scappano perchè non hanno scelta, fuggono da guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani e che nei loro confronti gli stati europei, fra cui l'Italia, hanno degli obblighi sottoscritti (v. trattato di Ginevra). In Italia sono circa 28 mila i richiedenti lo status di rifugiato. Anche la Capitanata è meta di centinaia di rifugiati e anche qui, in occasione della Giornata Mondiale, ha avuto luogo una serie di incontri, tra cui una tavola rotonda presso la chiesa di S. Maria del grano a Borgo Mezzanone . Qui, a 13 km da foggia sono circa 300 i trattenuti nel discusso centro di prima identificazione di Borgo Mezzanone. Ma non tutti in attesa di asilo.
Questo è uno dei 3 centri in Italia che hanno,sulla carta, finalità completamente diverse dai CPT e sono stati introdotti dalla legge Bossi-Fini per accogliere e identificare gli stranieri che arrivano in Italia in fuga da guerre e persecuzioni e che vogliono presentare domanda di asilo nel nostro Paese. In realtà qui viene raccolto anche "l'esubero umano" dei veri e propri cpt (di Lampedusa e Lecce in primis), nonostante non abbia le strutture e le "misure di sicurezza" necessarie per svolgere questi compiti. La differenza fra CPT (centro permanenza temporanea ,nda) e CPA (centro prima accoglienza) è assai sottile , nonchè molto vaga per legge.
Alcuni episodi confermano l'equivalenza e le terribili condizioni di vita per i migranti:
a fine maggio 2004 la prefettura di Foggia negò l'accesso al campo a una delegazione di Medici Senza Frontiere, in nome di un articolo ( articolo 21, comma 7 del DPR 394/99) che riguarda la normativa relativa ai CPT.
Nel 2003 venne sollevato dall'incarico un ispettore di polizia , Michele Pellegrino, ufficialmente per la responsabilità della fuga di 13 cingalesi ( in realtà allontanatisi prima dell'inizio del suo turno), che aveva denunciato il trattamento disumano degli stranieri nel centro che lui stesso definisce un lager, in cui mancavano anche le più essenziali cure mediche. Lui, responsabile della sicurezza, contestò l'ordine di contare gli immigrati ogni sei ore , che costringeva a svegliarli anche nel cuore della notte, e in una intervista ricorda che una volta i servizi sociali segnalarono che gli ospiti del CPA erano stati numerati con delle scritte sul braccio fatte con il pennarello !!!
Il 31 agosto del 1999 un mezzo delle forze dell’ordine investì , all’interno del centro d’accoglienza, due adulti e un minore. Un uomo venne ucciso. La Croce Rossa – che gestisce il centro – negò la veridicità della notizia, dicendo che c'era stato solo un ferito. La Silp-Cgil (sindacato di polizia) confermò che il morto ci fu e si chiamava Kamber Dourmishi, nato a Pristina nel 1960. Bastava andarsi a leggere il referto n°1220. La notizia è datata ma significativa dello stato di diritto in questo contesto.
Si tratta di lager moderni in un paese che si dice civile e avanzato, nessuno sembra saperne un granchè, anche perchè l'accesso è ristrettissimo e le notizie filtrate.
Quello, però, su cui latita e manca di responsabilità lo Stato, diventa una prova della solidarietà dal basso, quella invisibile e anonima partecipazione umana e morale , che parla attraverso impegni diretti , anzichè chiacchiere .
Con la massiccia presenza dei diretti interessati (una ragazza nigeriana ha anche ricordato la sua esperienza, la guerra, le violenze e infine il suo "viaggio della speranza") , la tavola rotonda è stata un momento di incontro e socializzazione "interetnica" (è seguita anche una cena sociale a base dei piatti tipici dei paesi di provenienza) ma anche la circostanza adatta a render noti i risultati delle varie iniziative e per fare il punto della situazione.

* Dal 2004 è attiva la "Casa Speranza", che con il finanziamento del comune di Foggia e di anonimi donatori, è una struttura-dormitorio in un podere affittato, che ospita , a rotazione, 14 migranti, che ottenuto lo status di rifugiato, hanno bisogno di "una sponda solidale" per cominciare a costruire la loro vita in Italia.
* Uno sportello interculturale che offre gratuitamente orientamento e informazioni legali ma anche assistenza medica e psicologica (spesso si tratta di superare traumi passati enormi) .

* Campi estivi per giovani motivati per organizzare animazione estiva per tutti .

E' solo uno scorcio della rete solidale nella nostra provincia, invisibile a molti italiani , che, attraverso l'impegno disinteressato di molti, sopravvive in un contesto giuridico ostile e in un contesto sociale difficile, quello delle campagne del foggiano, in cui i migranti sono solo "carne da macello", schiavi moderni senza l'ombra di un diritto.

LAWEDRA

venerdì 20 giugno 2008

BORGO MEZZANONE E MANFREDONIA FESTEGGIANO LA GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO


Due incontri per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato nella provincia di Foggia, oggi venerdì 20 giugno, nei comuni di Borgo Mezzanone e di Manfredonia. Il primo incontro, una tavola rotonda dal titolo "Protezione umanitaria: diritto o dovere?”, si è tenuta stamani a Manfredonia alle 12,30 presso l´aula consiliare di Palazzo San Domenico a cui hanno partecipato l´Assessore ai Servizi Sociali di Manfredonia Paolo Cascavilla e i referenti delle associazioni che gestiscono i progetti d´accoglienza in Capitanata: l´associazione P.A.S.E.R. di Manfredonia, l´ARCI Provinciale di Foggia e l´associazione di Promozione Sociale “Mondo Nuovo”. All´appuntamento presenzieranno i richiedenti asilo politico presenti sul territorio e verranno presentate le iniziative che ogni associazione metterà in atto, città per città, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato. Inoltre sarà presente in Piazza del Popolo il camper del progetto “Solidarietà in movimento” che ha iniziato proprio in questi primi giorni di stagione estiva il suo tour nelle campagne di Capitanata portando assistenza sanitaria e svolgendo attività di prevenzione e di collegamento con altri presidi assistenziali a favore dei rifugiati e richiedenti asilo presenti sul territorio. La seconda tavola, dal titolo “Il rifugiato, tra dignità e solidarietà”, si terrà presso la parrocchia di Borgo Mezzanone (nel chiostro interno), alle ore 19.30. Tra gli ospiti ci saranno Cristina FRANCHINI, rappresentante UNHCR nel centro polifunzionale della Prefettura di Foggia, Arcangelo MAIRA, missionario scalabriniano e direttore ufficio “Migrantes" e alcune persone che porteranno testimonianza della loro storia di rifugiati. Seguirà alle 21.00 presso la “Casa Speranza” la proiezione di un video clip e il buffet multietnico. La Giornata Mondiale del Rifugiato è stata dedicata quest´anno dall´Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati al tema della protezione, intesa sia come difesa del diritto d´asilo sia come riparo e aiuto umanitario. Milioni di persone in tutto il mondo, infatti, sono costrette ad abbandonare la propria casa, la propria terra, spesso i propri familiari, a causa di guerre, violenze e persecuzioni. Gli stessi sono poi vittime di sentimenti ostili che talvolta degenerano in razzismo e xenofobia perfino nelle società più sviluppate, trovandosi ad affrontare oltre all´intolleranza che li ha costretti alla fuga, una nuova intolleranza nel paese d´asilo che mina la loro integrazione e rende la loro vita ancora più difficile. Il Comune di Manfredonia dal 2004 ha avviato un progetto di accoglienza nell´ambito della rete S.P.R.A.R. per rifugiati politici che ha ospitato finora ben 60 beneficiari provenienti da varie parti del mondo. Nell´occasione sarà fatto il punto sui primi anni di attività di questi progetti d´accoglienza e verrà anche presentata ufficialmente la Carta dei Servizi per i Migranti di Borgo Mezzanone, realizzata in maniera congiunta da Prefettura di Foggia, Provincia di Foggia e Comune di Manfredonia con la preziosa collaborazione del Ce.Se.Vo.Ca. di Foggia. La Carta, che verrà distribuita gratuitamente in 7000 copie, comprende tutti i servizi gratuiti a disposizione dei migranti sia nel centro di prima accoglienza gestito dalla Croce Rossa presso l´ex aeroporto militare, sia tutti i servizi esterni al Centro e situati proprio nella borgata.

Morena Ruggiero

giovedì 19 giugno 2008

A Foggia tunisino ucciso e legato a palo


La violenza non si interrompe, ancora un' immigrato stagionale ucciso nelle campagne del foggiano...


Mustafà Nouaili, 49 anni era regolarmente residente e lavorava come bracciante agricolo stagionale. E' stato picchiato o ha avuto una colluttazione con qualcuno, poi è stato ucciso
ORDONA (FOGGIA) - Il cadavere di un cittadino tunisino, Moustafà Nouaili, di 49 anni, è stato trovato impiccato ad un palo nelle campagne di Ortanova, nella località 'Posta delle canne', ad alcuni chilometri da Ordona. Secondo primi accertamenti medici, l’uomo sarebbe stato prima massacrato di botte e successivamente appeso ad un palo.
Ad accorgersi del corpo, è stato il titolare di un fondo agricolo nel quale il tunisino era impegnato in lavori stagionali. Ulteriori accertamenti medici sono stati disposti per stabilire le modalità della morte dell’uomo. I carabinieri hanno avviato indagini per identificare i responsabili e le motivazioni dell’omicidio.

Un paio di estati fa nel foggiano esplose il caso dei braccianti illegali polacchi, molti dei quali (in un numero mai precisato) entrati clandestinamente in italia e poi in Puglia per la raccolta del pomodoro, sparirono. Si parlò di «tratta delle bianche», perchè in alcuni casi furono donne giovani ad essere inghiottite nel nulla, forse vittime di racket della prostituzione.
Entrando illegalmente nel nostro Paese fu impossibile stabilire una stima precisa degli scomparsi, anche alla luce di presunti ritrovamenti di cadaveri seppelliti nelle campagne foggiane.

da:
www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.asp?IDNotizia=205823&IDCategoria=294

mercoledì 18 giugno 2008

Intercettazioni al boss

Le microspie della Polizia nella villa-fortino di Gianfranco Bruno, l'ascolto delle telefonate e le successive indagini sulla guerra fra i Sinesi ed i Moretti sono sfociate in 10 arresti con le accuse di mafia, spaccio di stupefacenti, ricettazione e detenzione illegale di armi


- FOGGIA - La base operativa era una villa bunker alla periferia di Foggia: qui il clan decideva le operazioni più importanti, omicidi compresi; qui veniva «lavorata» e smerciata la droga. Una villa superprotetta, con telecamere a circuito chiuso e con grossi cani che avrebbero scongiurato eventuali blitz da parte delle forze dell’ordine.
Poggiava anche su questo la forza del clan foggiano che la polizia ha messo fuori gioco all’alba di oggi arrestando dieci persone (quattro già detenute). Una operazione che è stata portata a segno grazie a intercettazioni telefoniche, ambientali e a riprese video, che hanno consentito alla squadra mobile di acquisire elementi di colpevolezza ritenuti inoppugnabili.
Le indagini si riferiscono a episodi avvenuti tra maggio e settembre 2007 quando a Foggia vi fu una ripresa della guerra di mafia tra i clan Pellegrino-Moretti-Bruno e quello di Sinesi-Aprile. Per acquisire elementi utili alle indagini gli agenti della mobile presero a sorvegliare la villa bunker di Gianfranco Bruno, ritenuto il punto di spaccio della droga e luogo di riunione di tutti gli appartenenti del gruppo criminoso.
Dalla stessa villa – è stato accertato – partivano le azioni di fuoco. La cocaina, acquistata da trafficanti cerignolani, veniva suddivisa in confezioni da 100 grammi e poi nascosta in terreni circostanti. Quando serviva, veniva presa e venduta. Lo spaccio della cocaina era garantito 24 ore su 24, grazie a rotazioni nei turni di lavoro. All’interno del bunker vi era una stufetta sempre accesa, anche d’estate, che doveva servire a bruciare la droga quando le telecamere disseminate intorno alla villa segnalavano la presenza di polizia o carabinieri nella zona.
In una circostanza gli agenti con un espediente riuscirono ad eludere i sistemi di sorveglianza e a prendere 100 grammi di cocaina nascosti nel terreno vicino alla villa. Quando Bruno si accorse che mancava la droga, si scagliò contro un suo uomo, Tommaso D’Angelo, ritenendolo colpevole di aver dimenticato il punto in cui era stata nascosta la droga e pretese che lui e la sua famiglia prendessero un finanziamento per pagargli la cocaina mancante.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, Bruno e la sua organizzazione riusciva a spacciare oltre mezzo chilo di cocaina alla settimana. A questa attività la polizia ha posto fine stamane. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati un chilo e 200 grammi di hascisc e 350 grammi di cocaina.

Gli agenti della squadra mobile hanno arrestato Gianfranco Bruno, di 30 anni, detto «il primitivo», Pasquale Moretti di 31 anni, Nicola Valletta, di 22, Giuseppe Caracozzo, di 37, Tommaso Alessandro D’Angelo, di 23, Paolo Dellerma, di 39, Salvatore Di Gioia, di 33, Vincenzo Ricciardi, di 46, Ciro Torraco, di 33, e Daniele Vittozzi, di 20.
Tutti sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione e violazione in materia di armi.
da:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_cronache_NOTIZIA_01.asp?IDCategoria=273&IDNotizia=205078

domenica 15 giugno 2008

ancora rifiuti pericolosi in provincia di Foggia

Qui di seguito riporto uno stralcio di un articolo preso dal sito di repubblica del 15 giugno che dimostra come sia ormai palese la presenza di rifiuti pericolosi nella nostra provincia. Penso che sia arrivato il momento di pretendere mirate bonifiche ambientali dalle autorità competenti.

rekkia

"In Campania sono stati inoltre sequestrati oggi dai carabinieri quaranta quintali di rifiuti pericolosi, destinati ai siti della Regione perché fossero smaltiti illecitamente. Il carico era trasportato da due tir provenienti dalla provincia di Foggia e diretti in Alta Irpinia.
Per sfuggire ai controlli i due conducenti, entrambi pregiudicati e residenti a Cerignola (Foggia), stavano transitando sulla dismessa statale dell'Ofantina, quando sono stati fermati ad un posto di blocco. I due autisti non hanno voluto fornire spiegazioni sul carico: sono stati individuati materiale ferroso, batterie esaurite, profilati di eternit, scarti di rame."

fonte: http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/rifiuti-11/tracce-radioattive/tracce-radioattive.html

lunedì 9 giugno 2008

INCENDI GARGANO: INIZIANO LE PRIME CAUSE RISARCITORIE

Attualità & ambiente(29/05/2008) - Presso il Tribunale di Rodi Garganico – sede distaccata del Tribunale di Lucera (Foggia) – sono state introdotte le prime cause di risarcimento danni in favore di alcuni campeggiatori e turisti colpiti dagli eventi relativi agli incendi sul Gargano del luglio 2007. In particolare, possono agire in giudizio, con l’assistenza di Confconsumatori, le persone che erano ospiti nella struttura del Centro Turistico San Nicola - località San Nicola – Peschici (Foggia), di proprietà della Eurotouring s.p.a., campeggio situato nella zona maggiormente colpita dal disastro ove più numerosi sono stati i danneggiati e i mezzi andati distrutti. Ciò, perché, nonostante la struttura sia titolare di due polizze RC sia verso terzi che in favore di se stessa, la compagnia assicurativa Fondiaria-Sai s.p.a. non intende risarcire alcuna voce di danno, benché abbia aperto ed istruito il sinistro del caso. Alcune contestazioni sono state sollevate dalla compagnia assicurativa verso il proprio assicurato, circostanza che nulla toglie ai sacrosanti diritti di tutela dei turisti danneggiati che, per il momento, hanno soltanto azione diretta verso chi li ha ospitati. Si attende invece che lo Stato Italiano risponda in giudizio, sia nelle sedi penali che civili, per i clamorosi mancati e ritardati soccorsi al momento dei fatti, per i quasi inesistenti mezzi di prevenzione degli incendi e per la tempistica adottata. Lo Stato è responsabile sicuramente degli eventi successivi, mentre la struttura turistica indicata, come anche altre colpite, sono responsabili per non aver adottato tutti i mezzi necessari alla prevenzione incendi, come infatti stabilisce il D.P.C.(Documento di programmazione congiunta) Regione Puglia 21.05.2007 n°412 e la normativa generale di specie. Infine, si segnala che la stessa azione si svolge presso il Tribunale di Termoli (sezione distaccata del Tribunale di Campobasso), poiché quello stesso disgraziato giorno ci fu un altro incendio anche presso Campomarino-Lido vicino Termoli (Campobasso).

http://www.imgpress.it/notizia.asp?idnotizia=33908&idsezione=1

giovedì 5 giugno 2008

News dall'Ilva di Taranto

Importanti notizie dal fronte della battaglia ecologica per i danni causati dall'Ilva di Taranto.
Per vederle: andate alla sezione "argomenti" di questo blog, e cliccate su "Taranto". Quindi leggete il commento.

herpesfoggia

mercoledì 4 giugno 2008

Rifiuti, arrestati 12 imprenditori. Scoperta enorme discarica abusiva


Foggia, il sito in grado di ricevere 500 mila metri cubi di spazzatura è tra i più grandi illegali trovati in Europa. Sostanze pericolose finivano nel fiume

FOGGIA - Dodici imprenditori foggiani che operano nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, hanno ricevuto questa mattina un'ordinanza di custodia cautelare, eseguita dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Bari. Avevano messo in piedi una discarica abusiva di circa 500.000 metri cubi, ritenuta dai carabinieri tra le più grandi d'Europa, e smaltivano rifiuti pericolosi nel fiume Cervaro, che scorre in un'area paesaggistica protetta.


L'operazione ''Black River'' segue l'indagine, avviata alcuni mesi fa, sulla gestione di una discarica di rifiuti speciali pericolosi a Deliceto, nel foggiano. Per costruirla sarebbe stato deviato il corso del fiume, probabilmente nell'intento di nasconderla durante i controlli aerei. Sembra inoltre che i rifiuti pericolosi, apparentemente terre e rocce di scavo non caratterizzate, venissero smaltiti nelle acque del Cervaro.

Diversi i reati contestati, a vario titolo, agli arrestati, che ora si trovano agli arresti domiciliari per decisione del gip di Foggia: associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito dei rifiuti, disastro ambientale, falso, deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento e deviazione delle acque di un fiume.

Sono in tutto un centinaio le persone indagate nell'ambito dell'indagine condotta dalla Procura di Foggia. Secondo le prime rivelazioni sembra che siano coinvolte nove società, nei confronti delle quali sono in corso cinquanta provvedimenti di sequestro di beni e attrezzature riconducibili alla presunta attività illecita. E' stato sequestrato anche un laboratorio di analisi di Manfredonia, sempre in provincia di Foggia.

(4 giugno 2008)

fonte: http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/rifiuti-10/arresti-foggia/arresti-foggia.html

ORE 12.17 - Operazione 'Black River': ecco i nomi degli arrestati. Il NOE - Nucleo Operativo Ecologico - dei Carabinieri, nell'ambito del blitz denominato 'Black River', ha eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare. Questo l'elenco degli imprenditori raggiunti dalle ordinanza e che si trovano ora agli arresti domiciliari: - Bonassisa Rocco, nato a Foggia il 04-12-1969, residente a Deliceto (Fg), Legale Rappresentante della società "AGECOS S.p.A."; - Schiavone Donato, nato a Valencia (Venezuela) il 26-11-1965, residente a Foggia, ingegnere responsabile di cantiere, nonchè conduttore tecnico della discarica in costruzione; - Valente Gerardo, nato a Castelluccio dei Sauri (Fg) il 09-10-1964 ed ivi residente, Legale Rappresentante impianto frantumazione inerti 'Valente S.n.c.'; - Valente Antonio, nato a Castelluccio dei Sauri (Fg) il 09-10-1964 ed ivi residente, Legale Rappresentante impianto frantumazione inerti 'Valente S.n.c.'; - Valente Giovanni, nato a Deliceto (Fg) il 01-01-1931 e residente a Castelluccio dei Sauri, già Legale Rappresentante 'Valente S.n.c.'; - Russo Vincenzo, nato a Bovino (Fg) il 05-06-1938, residente a Foggia, professore/conduttore fondi ubicati a Castelluccio dei Sauri; - Turchiarelli Michelantonio, nato a Foggia il 05-10-1984, residente a Sant'Agata di Puglia (Fg), titolate ditta trasporti 'Ediltur S.a.s.; - Silvestri Leonardo, nato a Rocchetta Sant'Antonio (Fg) il 29-10-1969 ed ivi residente, titolare omonima ditta di trasporti; - Graniero Pasquale, nato a Foggia il 26-04-1975 ed ivi residente, titolare omonima ditta di trasporto; - Picaro Donato, nato a Biccari (Fg) il 21-10-1966 ed ivi residente, titolare omonima ditta di trasporto; - Pelullo Antonio, nato a Bisaccia (Av) il 06-12-1947 e residente a Cerignola (Fg), titolare omonima ditta di trasporto; - Cappiello Antonio, nato a Deliceto (Fg) il 12-02-1961 e residente ad Orsara di Puglia, titolare della ditta di trasporto 'Non solo scavi di Cappiello Antonio & C. s.a.s.

fonte: http://www.teleradioerre.it/news/articolo.asp?idart=35915

Fallimento voli Club Air, "Aviazione Civile" attacca Loizzo



Secondo l'associazione, l'assessore si sottrarrebbe alle proprie responsabilità.

Foggia – "Apprendiamo con meraviglia l'opinione dell'assessore Loizzo sul fallimento dei voli ClubAir da Foggia: anziché rendere conto di come sia stato possibile ammettere a un bando quinquennale una compagnia aerea con licenza di esercizio in scadenza, parla di complotti di mezzo mondo contro l'aeroporto di Foggia". Sono le parole di Enzo Esposito, vicepresidente dell'Associazione Aviazione Civile. "Quando a gennaio – dice Esposito - l'assessore presentò i nuovi voli, avrebbe già dovuto essere al corrente delle precarie condizioni del vettore ClubAir: come dichiarato dal presidente di Enac, sarebbe bastato mettersi in contatto con l'Ente stesso per sapere che la compagnia veneta non poteva in alcun modo garantire con certezza che avrebbe continuato a operare di lì a pochi mesi. Sussistevano infatti criticità economiche e di regolarità operativa, che avevano indotto l'autorità a disporre la temporaneità della licenza di esercizio di ClubAir. Qualche tempo dopo la nostra associazione pose all'assessore il problema della precarietà di chi doveva operare i voli, ma lui ci diede delle cassandre e annunciò trionfalmente "la sfida della Capitanata è vinta". L'Ente Nazionale per il Trasporto Aereo, riconosciuto da tutti per la sua prudenza e imparzialità, interviene solitamente per tutelare i passeggeri sia sulla sicurezza sia sul fatto che il biglietto aereo che acquistano possa essere onorato. Come può Loizzo mettere in dubbio l'operato scrupoloso dell'Ente, pur di sottrarsi alle proprie responsabilità? L'assessore sa che coi circa 500mila euro nelle casse di ClubAir non era possibile mandare avanti le operazioni su Foggia per più di 2 settimane? Forse Loizzo confonde gli aerei con i bus: se ci sono problemi questi ultimi si fermano a bordo strada, con gli aerei è molto diverso…".


fonte: "Il Grecale"