lunedì 28 aprile 2008

Quando a Taranto c'erano le ostriche

Breve e recente storia di una "vicina" di casa
Taranto si suicida avvelenando il suoi figli. Le percentuali abnormi di diossina trovate nel latte materno, e denunciate dall'associazione Bambini contro l'inquinamento e Peace link, sono solo l'effetto manifesto di un modello di sviluppo quantitativo, che oggi viene riproposto dai due partiti maggiori, e del quale Taranto è un esempio dei più lampanti e paradigmatici. Negli anni sessanta, infatti, la città viveva in totale equilibrio con il suo ambiente e produceva quei servizi che erano correlati alla sua originalissima posizione geografica: una città con due mari.
Nel mare interno, «il mare piccolo», venivano prodotte cozze e ostriche famose in tutto il mondo e noi tarantini potevamo offrire ai visitatori piatti che altrove costavano già una fortuna. Anche in campagna si produceva l'ottima uva che dava il «primitivo» allora usato dai vinicultori francesi e toscani per «tagliare» i loro vini anemici. La città non era ricca ma tutti se la cavavano decentemente e le relazioni tra le «classi di ricchezza» non erano troppo squilibrate. In questa situazione, all'inizio degli anni sessanta, quelli dello sviluppo e del boom economico, qualcuno, dal nord industrializzato e ricco, decise che Taranto doveva «svilupparsi», perché, come dice ancora oggi chi si candida a governare il paese, se non c'è Pil non c'è ricchezza. Ecco allora la creazione, su ettari e ettari di aranceti, uliveti, vigne e boschi, spiagge e fiumi, monumenti della magna Grecia, del gigantesco Centro siderurgico.
In questa città a vocazione marinara e agricola, con una potenzialità turistica enorme, viene a forza innestato il corpo estraneo della più grande acciaieria europea. I contadini e i marinai si trasformano in operai nel giro di qualche anno, «dagli aratri nei campi agli aerei nel cieli» diceva Tenco, mentre il mare diviene una enorme discarica per inquinanti di tutti i tipi e muoiono le cozze, spariscono le ostriche, le campagne vengono abbandonate, le spiagge scompaiono e il cielo si tinge periodicamente di «rosso altoforno». La cultura autoctona viene immiserita e scoraggiata, il produttivismo condanna i figli della filosofia greca all'emarginazione culturale, sempre in nome del Pil. Ovviamente a questa tragedia degna dell'analisi sui più brutali processi di colonizzazione fatta da Frantz Fanon, ne seguono subito delle altre.
Arriva «l'indotto» cioè un porto mostruoso con moli da un chilometro che sventrano altri boschi, la Shell che impianta senza colpo ferire una sua raffineria che viene duplicata un anno fa senza che la città ne venga minimamente informata, mentre il siderurgico, svenduto ai privati sempre per via del Pil e della modernità del privato rispetto al pubblico, «molla» su tutti gli standard ambientali portando Taranto a essere la città a più alto tasso di tumori polmonari al mondo. Dulcis in fundo anche il porto militare viene duplicato, per permettere alle navi nucleari di prepararsi a sostenere il loro ruolo nella «guerra globale». Ovviamente non poteva mancare l'amministrazione comunale sintonica, quella della rappresentante di Forza Italia Rossana Di Bello che, dopo una trionfale rielezione, si deve dimettere lasciando alla bancarotta la città.
Oggi il sindaco di sinistra Ippazio Stefano, deve governare una città avvelenata, in tutti i sensi, con uno spazio di manovra ristrettissimo e, soprattutto, senza che i livelli nazionali si pongano minimamente il problema del come invertire questo genocidio ambientale. I bambini che succhiano diossina dal seno materno dovrebbero far riflettere coloro che continuano a ritenere «la crescita» come un feticcio al quale sacrificare tutto e le compatibilità ambientali qualcosa che si può vantare di giorno e violare di notte. Ancora una volta, lo vorremmo e lo sosteniamo, saranno i bambini a «salvare» la città con la loro denuncia e le loro chiarissime proposte: chiudere il Siderurgico dei veleni e bonificare Taranto dagli inquinanti che misurano il Pil.
Da Il Manifesto

domenica 13 aprile 2008

Quel Giardinetto senza fiori...

Giardinetto, 15 km da Foggia. Dal 1996 ospita la discarica più pericolosa e grande d'Italia (70 ettari) di proprietà di Francesco Paolo Fantini, imprenditore di origini abruzzesi ora residente a Lucera, il quale fondò la I.A.O. ( Industria Ambientale Olearia) . Sul terreno di questa azienda sono stati sotterrati da allora rifiuti tossici provenienti anche dalla Germania, dalla Corea del Sud, dall' Enel e dall'Enichem di Manfredonia. I rifiuti sono ovunque, nei capannoni, nel sottosuolo, nell'ex-fornace. Nel 1999 l'area viene posta sotto sequestro dalla Procura di Lucera. Nel 2002 inizia il processo che si concluderà due anni dopo con la sentenza di colpevolezza: gli imputati miscelavano i rifiuti con i laterizi; ma se la caveranno pagando un risarcimento e nulla più. I rifiuti sono ancora lì. Vedere per credere. E' arrivata inoltre la sentenza emessa dal Tribuanle di Bari a marzo del 2007 in cui c'è scritto che nonostante gran parte dei capi d'accusa siano caduti in prescrizione e quindi le condotte penalmente rilevanti non possano essere più perseguite, la società IAO deve provvedere a mettere in sicurezza e a bonificare l'intera area che ha inequivocabilmente contaminato. Questa sentenza, seppur con inspiegabile ritardo (al comune di Troia è arrivata ad Ottobre) è stata trasmessa oltre che agli imputati, come da estremi di legge a COMUNE DI TROIA - PROVINCIA - REGIONE e Comando dei CC di Troia (fonte: http://beppegrillo.meetup.com/193/messages/boards/thread/4225054)
Ad oggi i casi di malattia collegabili alla presenza di rifiuti tossici non sono quantificabili anche perchè il medico Edoardo Bece ha fatto di tutto per non comunicare ai suoi pazienti il rischio che correvano rimanendo in quella zona. L'esempio più clamoroso è del giovane diciannovenne ( tale Cornacchia) il quale era stato dato per spacciato dallo stesso medico, poi operato in quel di Firenze e "miracolosamente" vivo.


di Morena Ruggiero

sabato 12 aprile 2008

E' UFFICIALE ! E' UFFICIALE!

L'uscente assessore provinciale all'Ambiente, Pasquale Pellegrino, ha firmato l'atto di annullamento della delibera 525/05 nella data di ieri, 11/04 , con la quale si sigilla la vittoria dei comitati cittadini che si sono frapposti tra la politica di palazzo e quella delle mazzette. E' noto infatti un retroscena: avevano finanziato il progetto di Rocco Bonassisa per la discarica in contrada Ferrante con i soldi delle cassa comunale, De Vitto e Santaniello, quest'ultimo adesso si presenta per l'elezioni amministrative come canditato presidente , con una campagna elettorale sponsorizzata guardacaso dallo stesso Bonassisa.
Chiaramente la lotta però non finisce qui. Le prossime tappe saranno l'esproprio del terreno su cui è stata scavata la discarica, la bonifica dello stesso e la costruzione del Parco della Pace. Tappe fondamentali nel percorso della legalità.


di Morena Ruggiero

mercoledì 9 aprile 2008

Comunicato dei Grilli di Foggia

Il gruppo dei grilli di Foggia organizza una conferenza per dire no a inceneritori e centrali turbogas, termovalorizzatori, discariche; chiedere una mobilità sostenibile, una gestione razionale dei rifiuti e la promozione di fonti energetiche realmente rinnovabili ed informeranno su soluzioni alternative valide, funzionali e facilmente attuabili. Informeranno la popolazione dei pericoli dell'accumulo di sostanze e metalli tossici nel corpo e nell'ambiente, elementi emessi dagli inceneritori e termomalorizzatori in "modica quantità giornaliera" che una volta entrati nell'organismo ci rimangono per sempre perché possono essere eliminati solo con una mirata disintossicazione. L'accumulo di elementi tossici porta a malattie gravissime croniche, o spesso mortali come i tumori. Ammalarsi è solo una questione di tempo, non tutti soffriranno della stessa patologia ed in base all'accumulo, alla resistenza degli anticorpi, agli organi colpiti, ognuno soffrirà di patologie differenti più o meno gravi.

L’idea dell’incenerimento è una scelta irrazionale:
*Gli inceneritori non distruggono i rifiuti, li trasformano soltanto in prodotti altamente tossici: fumi, polveri, acque di scarto e ceneri che vanno smaltite in discariche speciali. Durante la combustione dei rifiuti si formano anche nuove sostanze organiche, inquinanti persistenti e cancerogeni, come diossine e furani. Anche questi non sono filtrabili, neanche dai più sofisticati sistemi di abbattimento: si accumulano nel terreno e nei vegetali che vi crescono e raggiungono le concentrazioni più elevate negli organismi ai vertici della catena alimentare (l’uomo!).
*Gli inceneritori mandano in fumo un settore importante dell’economia regionale, mettendo a repentaglio i prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento, prime fra tutte le nostre produzioni di qualità.
*Gli inceneritori bruciano principalmente la carta, la plastica, il legno, ecc., cioè prevalentemente i materiali che potrebbero essere recuperati. Poiché, una volta avviati, hanno bisogno di bruciare a ritmo costante, disincentivano la raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio di questi materiali.
*L’alternativa all’incenerimento e all’attuale modello di produzione e consumo è possibile: riduzione della produzione di rifiuti all’origine, riutilizzo dei prodotti, raccolta differenziata a spinta al 70-80%, riciclaggio dei materiali raccolti in maniera differenziata. È quanto stanno concretamente realizzando città e regioni in Canada, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda (vedi www.no-burn.org) ed alcune realtà italiane. Risultati importanti si sono avuti ad esempio nel Consorzio intercomunale Priula (TV), grazie alla raccolta domiciliare (il porta a porta) con sistema di tariffa puntuale (www.consorziopriula.it/dynamic_download s/86_Presentazione_27_06_2005.PDF).
*Neppure i moderni inceneritori (i cosiddetti termovalorizzatori) producono energia, ma la consumano: per la produzione dei materiali, la selezione, l’essiccazione, la pressatura ed il trasporto dei rifiuti si consuma complessivamente più energia di quella ottenuta dalla loro combustione. Finanziariamente gli inceneritori rappresentano un affare per le società che gestiscono il servizio, non per noi cittadini, soltanto perché godono di contributi statali: grazie all’assurda normativa italiana che permette di assimilare ad energia rinnovabile quella prodotta bruciando ogni tipologia di rifiuto, siamo noi cittadini a finanziarli con la nostra bolletta della luce (voce costruzione impianti fonti rinnovabili)!
Interverranno durante la conferenz Il dottor. Gianni Lannes giornalista free-lance, che da mesi ormai si sta occupando della ecomafiapolitica della nostra capitanata. I grillini foggiani gli daranno parola per un resoconto sulla situazione a partire dalla macabra vicenda oggetto di un’inchiesta dello stesso giornalista in località Giardinetto a Troia a finire sulle varie situazioni inverosimili a quelle campane, gestite con superficialità e illegalità da persone appartenenti alle mafie-ambientali.Sono invitati i cittadini tutti e le varie associazioni presenti sul territorio.

Facce nuove per la Puglia

Documento Ufficiale, arrivato direttamente sulla nostra mail

Lista Civica Nazionale
“Per il Bene Comune”
Sezione Puglia
Comunicato Stampa
Presentazione Liste alla Camera dei Deputati e al Senato
Della Repubblica nella Circoscrizione Puglia.
Bari, 11/03/08 - La Lista Civica Nazionale “per il Bene Comune”,
promossa dal Senatore Fernando Rossi e sostenuta dalla Senatrice Franca Rame ha presentato anche in Puglia le proprie liste, sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica.
Candidato Premier e Capolista alla Camera dei Deputati in Puglia è il Dott. Stefano Montanari, Direttore scientifico dell’istituto Nanodiagnostics di Modena, esperto di nanopatologie(malattie collegate alle micro e nanoparticelle prodotte da incenerimento dei rifiuti, combustioni e fusioni).
Capolista al Senato della Repubblica è Fernando Rossi, da tempo impegnato in Puglia nella denuncia di situazioni al limite per la salute pubblica.
La Lcb nasce per essere alternativa rispetto all'attuale sistema dei partiti (tutti) e punta su un programma nel quale trovano spazio importante: la difesa dell’ambiente e della salute pubblica, la sicurezza sui luoghi di lavoro, la lotta alla precarietà, un taglio netto ai costi della politica, l’allargamento della piattaforma dei diritti dei cittadini, la promozione di forme di Democrazia diretta e il rilancio dell’economia del Paese tramite l’innalzamento dei salari più bassi e il sostegno a quelle piccole e medie imprese che tutelano il lavoro, l’incolumità dei lavoratori e tengono fede agli obblighi previsti per legge recuperando fondi dall’abolizione dei Cip 6, dall’utilizzo dei fondi dormienti e delle riserve auree e dall’utilizzo del reddito derivante da signoraggio bancario.
Ufficio Stampa
Lista Civica Nazionale
Per il Bene Comune
Sezione Puglia

martedì 8 aprile 2008

Ferrara in chiesa, noi in strada

articolo tratto da http://www.agitproponline.com/materiali/materiali.asp?id=144


Giuliano Ferrara è stato nel PCI, nel PSI, in FI; giornalista, conduttore televisivo, direttore di un quotidiano. Attualmente è candidato premier per la lista Pro-life, “Aborto? No, grazie”. Un uomo per tutte le stagioni, dunque.

Ma soprattutto è la punta di lancia di quell’agglomerato tranquillizzante e reazionario che vorrebbe placidamente riportarci all’età della pietra, all’anno zero dei diritti. È il personaggio mediaticamente più evidente di un consesso di vecchi democristiani, cattolici militanti, preti, obiettori di coscienza e criptofascisti, lanciato dalle gerarchie ecclesiastiche nell’orbita politica per sottomettere – nell’era del vuoto ideologico – l’Italia laica ai dettami del Vaticano. La sua “campagna” contro l’aborto è un insulto palese a tutto ciò che abbiamo conquistato in termini di diritti civili in lunghi anni di impegno e di battaglia. È pura velleità oscurantista, provocatoria e fine a sé stessa, senza obiettivi concreti e praticabili. È il tentativo teorico di riportare “in riga” questo Paese e chiudere definitivamente i conti con la sbronza libertaria dei ’60 e dei ’70.

Il suo tour elettorale l’ha portato anche a Foggia. Non ha affrontato la piazza, non si è misurato in comizio. Ha preferito altre vie, quelle del Signore: ad accoglierlo la chiesa di Sant’Antonio, nelle sue strutture di via Smaldone. Un chiaro tentativo di ingerenza ecclesiastica nella vita politica nazionale, a cui siamo tentati (sbagliando) di non far neppure più caso. La Chiesa militante ha bisogno di uomini come Ferrara per tenere l’Italia sotto scacco ed arroccarsi su posizioni medioevali, proprio mentre tutt’attorno l’Europa decide di aprirsi alla modernità ed ai suoi bisogni.

Non ci stiamo a fare da cavie, a farci rinchiudere vivi nell’ultimo blindato serraglio dell’Inquisizione. Non accettiamo che sulle nostre vite, sui corpi delle donne, sulle esistenze e sulle scelte dei singoli, cadano le pesanti ipoteche di cardinali, vescovi e politicanti ipocriti e furbi. Non abbiamo bisogno né di Papi né di Premier

Sappiamo perfettamente, d’altro canto, che contestare un personaggio di tal risma significa concedergli una visibilità che altrimenti dovrebbe sudarsi e che non merita. Ma il silenzio, in un’epoca di indifferenza e di indifferenti, potrebbe essere frainteso, lasciare spazio a deleghe in bianco, strumentalizzato peggio del clamore. Quindi decidiamo di esserci, di manifestare il nostro disgusto per Ferrara ed i suoi superiori (con o senza tonaca), per la sua lista ed i piani che rappresenta in tv. Per promettergli che ad ogni tentativo di scontro ci troverà ai nostri posti, schierati, decisi a non farci strappare ciò che è nostro.

La 194 non si tocca. L’Italia non è il Vaticano.

APPUNTAMENTO MERCOLEDI’ 9 APRILE
ORE 18 IN VIA SMALDONE (ALTEZZA CHIESA S.ANTONIO)
SOTTO LO STRISCIONE


Laboratorio Politico Jacob
Via Mario Pagano, 38 – Foggia
www.agitproponline.com

venerdì 4 aprile 2008

In un articolo dell'Espresso viene elogiato il nostro video (pubblicato su youtube) sulle proteste di Ortanova

In tutta la regione si moltiplicano i siti anche di privati cittadini che espongono i loro problemi

Il comizio diventa un blog
così cambia la propaganda

Roberto Zarriello
E´ come entrare in un bar e parlare di politica sorseggiando un caffé. C´è solo una particolare: la discussione su temi attuali e importanti come il lavoro precario, l´aumento dei prezzi e l´emergenza ambientale in Puglia avviene in una piazza che è virtuale. Più si avvicinano le elezioni e più su Internet si moltiplicano i forum, le chat e i siti in cui si discute di politica e soprattutto delle cose che non vanno. "Questa classe politica non ci interessa. Non siamo né con Veltroni, né con Berlusconi, siamo per una politica che abbia l´obiettivo di risolvere i problemi reali della gente. Il resto sono solo chiacchiere". Dal forum Bari Live (http://barilive. forumcommunity. net) si leva un coro di protesta contro "la politica che è sempre uguale".
E allora capita che un gruppo di liberi cittadini usi il web anche per dialogare, protestare e, in alcuni casi, scendere in piazza. Come è accaduto ad Ortanova, in provincia di Foggia, dove migliaia di cittadini si sono riuniti per dire no alla costruzione della discarica.
Uno dei video che documentano la protesta è finito su You Tube: http://it.youtube.com/watch?v=bulqQPd7UhA e ha ricevuto click di solidarietà da ogni parte del mondo. "Internet ci ha dato una grande mano per riunire e sensibilizzare la gente su questi temi e portarla poi in piazza per protestare" commenta Gianni Lannes, giornalista freelance che si occupa di ecomafie. "Vogliamo che la spiaggia di Baia dei Turchi resti libera. Per questo stiamo lottando da qualche anno". Per questo alcuni cittadini salentini hanno anche aperto un blog: http://www. baiadeiturchi. ilcannocchiale. it/. L´ambiente, ma non solo. "Insegnare a fare politica su piccoli e grandi temi" è questo lo scopo del progetto Carpe Dem (www. carpedem. it). Giovani universitari e liberi professionisti pugliesi stanno prendendo parte al ciclo di lezioni organizzato a Roma dal deputato Pd Roberto Giachetti. "Il nostro scopo è favorire scambi di idee ed opinioni che siano la nuova linfa del Partito Democratico". Anche al movimento della cosiddetta Generazione U (http://blog. generazioneu. it) capeggiata da Mario Adinolfi, hanno aderito tanti pugliesi. C´è anche Valentino Piglionica che è coordinatore in Puglia e ha un blog: http://valentinopiglionica. ilcannocchiale. it che "uso per fare politica e organizzare vari forum di discussione".
"Anche se - avverte il professor Stefano Cristante che insegna Sociologia della Comunicazione all´Università di Lecce - il blogger o il cittadino dovrebbero usare il web non per ottenere visibilità ma per interagire e costruire una rete relazionale basata su idee e contenuti veri". Il movimento politico che può nascere da Internet "resta uno degli aspetti positivi da considerare anche in vista delle prossime elezioni. Sarà interessante capire quali saranno gli scenari futuri". Che saranno analizzati anche dall´Osservatorio di Comunicazione politica di Lecce: http://ocplecce. net. Sicuramente finiranno sotto la lente di ingrandimento anche i Meetup (http://www. beppegrillo. it/meetup. php) di Grillo che "consentono l´incontro e lo scambio di idee e proposte per partecipare alla crescita della propria città". Da Bari a Foggia, da Taranto a Lecce, gli "amici" del comico genovese aumentano anche in Puglia. "Non esistono più i partiti e non esistono più luoghi dove discutere di politica ed allora utilizziamo le opportunità offerte dalla rete" affermano gli autori del blog www. brindisipolitik. it che hanno pensato ad uno spazio dedicato alla controinformazione per "riportare notizie brevi sulla politica pugliese che spesso non trovano spazio sui giornali". Merita attenzione l´iniziativa di Repubblica. it che attraverso un blog: http://netmonitor. blogautore. repubblica. it/ ideato e coordinato da Vittorio Zambardino osserva e racconta la conversazione elettorale in rete.
(18 marzo 2008)
fonte:http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Il-comizio-diventa-un-blog-cos%C3%AC-cambia-la-propaganda/2005707/6

mercoledì 2 aprile 2008

Il 31 marzo 1984, Renata Fonte, assessore al Comune di Nardò, impegnata in una coraggiosa battaglia per la tutela del patrimonio paesaggistico-territoriale di Porto Selvaggio, su cui si addensavano gli appetiti della lobby degli speculatori edili, viene assassinata a pochi passi dal portone di casa. Si è trattato del primo omicidio di mafia nel Salento. In pochissime settimane gli inquirenti assicurano alla giustizia gli esecutori materiali, gli intermediari e il mandante. Ma il sospetto che la catena delle responsabilità non finisca qui, è molto di più che un semplice presentimento.

fonte: liberapuglia.it

martedì 1 aprile 2008

Alcuni grillini di Torino, insieme al testimone di giustizia Pino Masciari, stanno scendendo in auto in Calabria senza scorta come gesto estremo di provocazione per le istituzioni.
Più gente saprà questa cosa, più i nostri compagni grillini saranno sicuri. Seguite gli aggiornamenti del viaggio direttamente dal Sito.Vi prego quindi in nome loro, di girare questa mail a chiunque!!!!!
http://www.antenneattive.org/node/822

L'IMPRENDITORE CALABRESE GIUSEPPE (PINO) MASCIARI TESTIMONE DI GIUSTIZIA LASCIA LA LOCALITA' PROTETTA SENZA SCORTA PER RECARSI IN CALABRIA COME FORMA ESTREMA DI PROTESTA IN ATTESA DELLA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI E CONTEMPORANEAMENTE CHIEDE PER LA FAMIGLIA ASILO POLITICO O ADOZIONE AD ALTRO STATO:
Sono un imprenditore calabrese che non si è piegato al racket, che ha denunciato, fatto arrestare e condannare decine di appartenenti al sistema `ndranghetista con le sue collusione all'interno delle Istituzioni. Inserito nel Programma Speciale di Protezione a partire dal 17 Ottobre 1997, portato via dalla Calabria e da allora sprofondato in un tunnel senza via d'uscita: in questi 11 anni non si contano i comportamenti omissivi tenuti dalle Istituzioni preposte alla mia protezione, contrari alla legge e prima ancora alla dignità della persona. Abbandonato al mio destino insieme con la mia famiglia, isolati, esiliati dalla propria terra, privati delle imprese edili e del proprio lavoro (mia moglie è un medico-odontoiatra).

Prima mi hanno tolto il pane, poi mi hanno tolto la libertà, infine la speranza.

Dopo 11 lunghi anni di attesa e di fiducia nelle Istituzioni oggi devo ammettere che non ci sono le condizioni perché la mia famiglia continui a restare ancora in Italia considerando la situazione di abbandono e l'assenza dei settori preposti alla protezione, che sarebbe dovuta avvenire in modo vigile e costante nella località (per così dire) protetta.

La conclusione è che mi ritrovo facile bersaglio insieme alla mia famiglia della vendetta mafiosa, nell'allarmante contesto di 'ndrangheta, acceso e dilagante.

Pertanto chiedo formalmente al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al Ministro dell'Interno Giuliano Amato e al Viceministro dell'Interno Marco Minniti con delega alla Commissione Centrale ex art. 10 L. 82/91 di risolvere tempestivamente prima della consultazione elettorale la mia annosa vicenda, garantendo il diritto al lavoro e la sicurezza presente e futura per me e la mia famiglia.

Contemporaneamente chiedo formalmente ad una qualsiasi delle Nazioni dell'Unione Europea o altra Nazione l'ADOZIONE della mia famiglia, per mia moglie ed i miei due figli, perché si prenda cura di loro con la dovuta sicurezza.

Io no! Scelgo di rimanere nel mio paese, a rischio della vita, per proseguire la strada della denuncia civile e legale dell'impotenza delle Istituzioni, che alle parole non fanno seguire i fatti concreti e per raccontare la verità sulla lotta alla mafia in Italia: chi non scende a compromessi con le dinamiche mafiose deve essere fatto fuori, in un modo o nell'altro.

Lascio dunque in data odierna la località protetta per arrivare in Calabria ed affrontare quello che sarà il mio destino, mantenendo almeno fino in fondo la dignità che in questi anni ho difeso dagli attacchi prima della `ndrangheta e poi delle Istituzioni. Poi sarò davanti ai "Palazzi" di Roma e al TAR del Lazio dove giace vergognosamente arenato da più di tre anni il ricorso contro lo Stato che mi ha revocato ingiustamente il programma di protezione, che equivale alla condanna a morte.

Lo farò in giro per l'Italia, fiducioso di trovare al mio fianco i tanti cittadini, associazioni, gruppi e Meetup, le forze sane delle istituzioni e della politica che ho incontrato in questi lunghi anni, che condividono la mia scelta e che si riconoscono nei valori della legalità e della giustizia.

La COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, già nella scorsa legislatura, la quattordicesima, aveva analizzato ed esaminato approfonditamente "il caso dell'imprenditore Giuseppe Masciari", riconoscendo le ragioni di quanto esposto, (si rimanda ai seguenti documenti: Approvazione della Relazione del Comitato TESTI del 9 marzo 2005- Resoconto Stenografico della 69° seduta del 14 giugno 2005 - approvazione della Relazione di Minoranza del 18 gennaio 2006, pag. 72 "Testimoni di giustizia: una risorsa umiliata").

L'attuale COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, quindicesima legislatura, nella Seduta di martedì 19 febbraio 2008 ha approvato la Relazione annuale sulla 'ndrangheta (Rel. On. Forgione) e la Relazione sui testimoni di giustizia (Rel. On. Napoli), che ha fatto emergere "le gravi cadute di efficienze del sistema di protezione dovute spesso a inettitudine, trascuratezza ed irresponsabilità" per questo "Lo Stato recuperi il terreno perso nei confronti di chi ha mostrato di possedere uno spirito civico esemplare". Ha riconosciuto il rispetto dei diritti dei testimoni di giustizia, risorsa da premiare e non da umiliare. Nella relazione sulla `ndrangheta ha dichiarato la pericolosità mondiale di tale struttura criminale.

Le Istituzioni, la politica, Confindustria, raccolgono collezioni di buone intenzioni cui non seguono fatti concreti. Non ho bisogno di pacche sulle spalle, ma di sicurezza, impiego e futuro per me e soprattutto per la mia famiglia.

Se si permette che chi ha scelto di stare dalla parte della Giustizia maturi solo disagi diventando esempio tangibile del fallimento di una rapida risposta dello Stato, ciò non rappresenta una sconfitta solo per Pino Masciari, ma una sconfitta per l'Italia intera, una vittoria per la `ndrangheta, che ha continuato e continua a fare imprenditoria moltiplicando i suoi guadagni, tanto è vero che in Calabria ha un bilancio di 35 miliardi di euro sporchi, mentre al sottoscritto non gli viene restituito il diritto di ritornare a fare l'imprenditore. Addirittura il Ministero dell'Interno con delibera del 28 luglio 2004, così afferma: "non consente di autorizzare il rientro del testimone di giustizia Masciari Giuseppe e del suo nucleo familiare nella località di origine ritenuto che sussistono gravi ed attuali profili di rischio".

Una sconfitta per lo Stato Italiano, un messaggio devastante per chi domani si trovasse a decidere se denunciare o abbassare la testa di fronte alle intimidazioni mafiose. .

Confermo fino alla fine e con fermezza che non ho alcun rimpianto per ciò che ho fatto, perché ritengo che la denuncia sia atto doveroso di ciascun cittadino che appartenga ad uno Stato che possa ancora considerarsi di diritto.

Lì 31 marzo 2008 f.to Giuseppe (Pino) Masciari
Per contatti:

pinomasciari@gmail.com
http://www.pinomasciari.org
Davide + 39-348-8079996
Roberto +39-347-5129117