martedì 1 luglio 2008

Note a margine di un presidio antifascista



Di presidi se ne fanno tanti. A decine, ogni anno, per i motivi più disparati.
Eppure stavolta abbiamo la presunzione di dire che è stato diverso.
Diverso per noi, per coloro che l´hanno preparato, indetto, organizzato e animato.
Perché prima di essere una prova di forza, un complicato esercizio algebrico, una miserabile gara all´egemonia forzata; prima di ogni altra cosa è stato un messaggio: non abbiamo alcuna intenzione di farci intimidire, e men che meno abbiamo voglia di vivere in una città compartimentata, con zone e frangenti off-limits.
Per dirlo non c´era bisogno di acconciarsi a tristi, mesti, contriti; di dimostrarsi ortodossi nell´accumulo di sfighe, di salire sul piedistallo e spacciare pedagogia tagliata male e potenzialmente letale.
Così abbiamo festeggiato. Ci siamo festeggiati in una piazza dove tutti, dai passanti ai genitori in carrozzino, dai bambini fino al venditore di birre all´angolo, hanno gradito la nostra presenza. E ce l´hanno fatto capire chiaramente. Partecipando. Dove la musica l´ha fatta da padrona assoluta, dove la voglia di stare insieme e testimoniare il nostro disprezzo per le pratiche neofasciste ha accomunato quegli stili differenti di gioventù che fanno la gioia delle riviste di settore.
Foggia non è Verona e non lo diventerà.
Ma i segnali di fumo vanno interpretati e tenuti in debita considerazione. Sempre. Senza sottovalutare nulla, senza fare spallucce, senza credere che non ci riguardi. L´indifferenza, in certe situazioni, è il miglior alleato dello squadrismo.
Un´aggressione, qualche settimana fa: un´aggressione vile, come tutte quelle di cui si rendono protagonisti i camerati. Per stile e per attitudine morale. In sette/otto contro un singolo, in piena notte e in pieno centro. Dopo una serata trascorsa a provocare, ad insultare, ad irridere chiunque passasse nei loro paraggi. Un pestaggio liberatorio come tanti, nelle intenzioni. Senza conseguenze. Che invece si è rivelato un poderoso strumento di indignazione. Un tam-tam continuo ha percorso la città, altri episodi equivoci sono venuti a galla. Gente diversa, diversissima, ha condiviso l´idea che stavolta hanno esagerato. Un´infamia è un´infamia. E anche qualcun altro deve essersene accorto, a giudicare dalla lodevole gara dapprima a negare, poi a prendere le distanze ed infine - e siamo nel ridicolo! - a condannare il gesto da parte di singoli, di gruppi e partiti della destra estrema. Ma i fatti restano tali e portano a schierarsi. A prendere posto dietro l´ideale barricata. A farsi partigiano.
Il presidio di ieri è stato un primo atto, simbolico e pacifico, di un aggregato che mira a diventare stabile. Nelle iniziative, nei contatti, nella velocità d´intervento. Le premesse, maturate in queste ultime settimane assembleari, sono buone. Più che buone. Chiunque non abbia i paraocchi identitari troppo stretti ha ben compreso che quella unitaria è la risposta a molte domande insolute.
Avanti Foggia Antifa.
29/06/2008 - Ciammarucaantifa

Nessun commento: