mercoledì 27 febbraio 2008

Giornata di Strada ai Quartieri Settecenteschi

Domenica 24 Febbraio 2008
Foggia- Chi ha detto che un fuori sede può trovare motivo di ritorno a casa solo nelle feste tradizionali o negli affetti? La IV giornata di strada è un evento più che significativo dal sapore di politica greca, quella consumata nell’agorà, nella piazza pubblica.

Protagonisti indiscussi i bambini. Sono loro infatti la molla del gran da farsi che negli ultimi giorni ha impegnato anche le cittadine/i ortesi in un discorso ben diverso (quello delle discariche nel foggiano), proprio perché proiettano nel futuro. Soprattutto laddove non si guarderebbe oltre domani.
A cercarla sulle carte toponomastiche non la si troverebbe, perché la piazza è vittima del mancato battesimo da parte delle istituzioni, perciò conosciuta come ‘a bare' , la bara , dagli abitanti del quartiere. Ciò già mi colpisce perché traduce nel suo piccolo l’ampia necessità di avere attenzione dalle istituzioni stesse. Ma muove anche un’altra riflessione: la bara è un oggetto che contiene un corpo morto, qualcosa che è stato e che ora non è più, ma soprattutto che contiene, tiene in sé e la tendenza, data la funzione di tale oggetto, di tenerla in sé in eterno. Ma è la condizione reale degli abitanti del quartiere! Loro vivono, in mancanza di case adeguate a famiglie numerose o nuclei allargati in “grotte” attaccate da muffa e usura del tempo , senza spazi verdi, senza legalità né servizi, abbandonati a loro stessi. Risultato? si sentono persi, come già morti , come in una bara. Ma oggi questa piazza rinasce a suon di tarantella , a suon di risate dei bambini divertiti dai clown del teatro dei limoni, coi colori dei loro disegni e con le sinuose forme che nascono dagli ulivi di Benedetto. La piazza rinasce e partecipa. Partecipa con dei questionari consegnati a fine giornata all’assessorato all’urbanistica, già presente in piazza, già sommerso dalle “lettere all’assessore” che hanno scritto i bambini. Lettere che esprimo desideri, bisogni , neanche fosse Babbo natale. Un attimo solo, tanto per essere chiari, di quale partito si tratta stavolta? Niente da fare nessuna bandiera all’orizzonte. Tutta colpa dei ragazzi dell’associazione GAAS (Gruppo di Azione e Animazione Sociale) che già da un anno circa fanno il giro del quartiere, bussando alle porte della gente per ascoltare e informare ,mettendo in atto il concetto di cittadinanza. Niente di nuovo se non si trattasse di Foggia, città che si è vista scavalcare solo poche volte negli ultimi otto anni almeno, da altre come Agrigento o Benevento nella lista delle più invivibili, pubblicata ogni anno dal Sole24Ore. Ma a me viene un dubbio: vuoi vedere che dove non arriverebbero le istituzioni ci possano metter iniziative i cittadini!? E che il noto detto: “fuggi da foggia non per foggia ma per i foggiani” è solo una scusa per lavarsene le mani e partire più leggeri alla ricerca di fortuna altrove, soprattutto in città settentrionali della nostra amata Italia? Non siamo foggiani anche noi?


Una foggiana fuori sede

1 commento:

Peppe 81 ha detto...

Ed effettivamente si. Per quel poco che ho visto, l'aria che si respirava e il clima erano decisamente distensivi e giocosi.
E' stato come entrare in un film fantasy: da corso cairoli sono giunto all'austera chiesa delle colonne e al serioso aspetto di palazzo dogana nonchè dei passeggianti impettiti; ma poi, imboccata via angiolillo a fianco alla chiesa e arrivato allo slargo detto appunto "a bare", il sole stesso ha assunto una luce più viva (quasi morena...) e si è mescolata a quella colorata e sonora di musicisti, bambini sporchi di tempera e gente sorridente, come se quel piccolo spiazzo potesse rappresentare l'essena di un microcosmo.