mercoledì 10 settembre 2008

CRONACHE DI UNA VACANZA SOLIDALE





Una settimana a borgo mezzanone , in pieno Agosto, non è un pacchetto-vacanze molto gettonato nelle agenzie di viaggio. Si trattava di una esperienza di crescita e di lavoro volontario con bimbi e anziani autoctoni ma anche con migranti in attesa di richiesta d'asilo, di cui seppi qualche tempo prima parlando con gente del posto. Fu così che spinta da curiosità personale, umana ma anche di studio sono partita. Non che il tragitto fisico sia stato lungo , visto che sono appena 12 km dal capoluogo, ma , a posteriori, mi sembra di aver percorso una distanza mentale, un viaggio verso una frontiera (non un confine), dove mi aspettava un caleidoscopio in cui mille storie ed esperienze di latitudini diverse si incontravano e convivevano.
Eravamo 80 ragazzi dai 15 ai 30 all' incirca, provenienti da un pò tutta Italia e molta gente del posto, di età diversa, tutti accolti dalla parrocchia di S.Maria del grano. Contemporaneamente al nostro ariivo , proprio in quei giorni, si insediavano altrettanti 80 , ma soldati, per presidiare il centro per richiedenti asilo, a seguito del tanto discusso pacchetto sicurezza varato dall'attuale governo. E' stato come se una battaglia simbolica fosse stata combattuta su fronti ,ovviamente, diversi :da una parte camionette, mitra tirati a lustro, divise e gradi, dall'altra parte le armi erano parole e gesti, individuali e collettivi, all'insegna di un'idea diversa di accoglienza e di integrazione, quella che non passa da cancelli e documenti di riconoscimanto ma che riguarda la conoscenza reciproca , la circolazione e la condivisione di saperi , di conoscenze e di esperienze pratiche.
La mattina si tenevano tavole rotonde e dibattiti, alla presenza di persone impegnate in prima linea in scenari di guerra o in progetti di solidarietà dal basso. Il pomeriggio cominciavano le varie attività : assistenza e ascolto porta a porta di anziani , giochi con bambini del borgo , scuola di italiano per migranti , studio dei casi individuali di richiedenti asilo che si recavano allo sportello di ascolto della caritas (che ha l'obiettivo di facilitare l'orientamento nell'iter di richiesta di status di rifugiato) e ,infine, animazione con balli, canti ,giochi per adulti e bambini all'interno del "cara" (centro accoglienza richiedenti asilo). La sera iniziative di varia natura: partite di calcio interculturali, concerti, karaoke e cabaret auto-organizzati.
Seppure di stampo cattolico l'iniziativa si è caratterizzata dall'estrema apertura e tolleranza nei confronti delle varie confessioni e dei vari approcci alla religione. E' stato un laboratorio di idee e di iniziative inedite che , ammettendo la diversità come ricchezza , come presupposto per la consapevolezza del "noi" , hanno posto le basi per una sensibilità "altra" .
Una sensibilità o una auto- coscienza nuova che si manifesta non in un approccio caritatevole ma umano e CONSAPEVOLE , ispirata a un idea di società diversa che non tema l'eterogeneità culturale, ma , che, al contrario proprio in questa, veda la sua libertà e la sua forza , che sia trans-culturale , multifome , tante quante sono le forme di umanità.
Ora il prossimo appuntamento è per il week-end di capodanno, l'idea è quella di festeggiarlo all'interno del "cara" insieme ai rifugiati.
LAWEDRA

1 commento:

Anonimo ha detto...

Umano:terra comune cui si arriva alla fine della strada che porta all'altro;è qui che, come attraverso uno specchio,finisco per ritrovare me stesso.
Condivido in pieno la tua idea di società "altra" in cui ciascuno sia posto in condizione di essere pienamente se stesso, dove trovi rispetto e comprensione e sia disposto a darne alle molteplici declinazioni dell'essere uomo.E questo a partire da quella terra comune, madre della pluralità , l'Umanità , a cui ognuno , pure attraverso una "vacanza" così, riscopre di appartenere. Uno nel molteplice.